Ariccia, lo scrittore Gianni Dolfi presenta “Il Villaggio delle Macine”
Venerdì 23 giugno l’autore presenterà il volume dedicato al Villaggio delle Macine, un insediamento preistorico sul lago di Castel Gandolfo
Ariccia – Venerdì 23 giugno, alle ore 16:30, lo scrittore Gianni Dolfi presenterà la sua ultima “fatica” dal titolo “Il Villaggio delle Macine”. Si tratta di un insediamento preistorico, addirittura del periodo del rame, rinvenuto per caso circa 40 anni fa sulle sponde del lago di Castel Gandolfo. L’incontro si terrà nella Sala Bariatinsky di Palazzo Chigi.
Il volume, che raccoglie la storia di tanti anni di ricerche, ha visto protagonisti, oltre che l’autore, anche altri personaggi del mondo dell’archeologia, dello sport subacqueo, e di molti appassionati e volontari che con il tempo sono diventati “testimonial” di tali ricerche.
Il programma
L’evento inizierà con i saluti istituzionali da parte di Gianluca Staccoli, Sindaco della Città di Ariccia. A seguire Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia.
Per quanto riguarda gli interventi, si inizia con quello di Micaela Angle. Già funzionario archeologo SABAP RM—MET e Socio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, terrà un discorso intitolato “Dal 1984 al 2023: storia di scoperte, ricerche e studi a Le Macine”. Segue Giuseppina Ghini, già funzionario archeologo SABAP RM—MET. Si esporrà con “Il ruolo del Museo Civico Albano nel recupero e valorizzazione del Villaggio delle Macine a Castelgandolfo”. Poi, è la volta di Enrico Del Vescovo, Presidente della sezione Italia Nostra Castelli Romani, e Maria Cristina Vincenti, archeologa, Presidente Archeoclub Aricino Nemorense, socia di Italia Nostra e moderatrice. Infine, il contributo di Gianni Dolfi, autore del volume.
Nell’ambito dell’incontro saranno affrontate le seguenti tematiche: scoperta del sito prospezioni – ricerche e studi – tutela e valorizzazione del sito. Sarà proiettato un breve filmato delle prime indagini nel lago Albano.
Informazioni su “Il Villaggio delle Macine”
Il Villaggio delle Macine è stato rinvenuto nel 1984, a seguito della segnalazione del ritrovamento di un’ascia di bronzo da parte del sig. Angelo Capri. Ulteriori studi e ricerche effettuate dallo stesso anno e proseguite ininterrottamente fino al 1995 dallo STAS (servizio tecnico per l’archeologia subacquea) del Ministero per i beni e le attività culturali, dal Museo civico albano (dove i reperti recuperati in quel periodo sono conservati) e dal Gruppo Latino Ricerca Subacquea (GLRS), hanno portato alla luce il villaggio chiamato “Villaggio delle Macine” a causa della grande quantità di macine in pietra recuperate. L’area archeologica è stata individuata in circa un ettaro.
La sua datazione, fissata in circa quattromila anni fa, nella media età del bronzo, oscilla dal XX-XIX secolo a.C. al XVII-XVI secolo a.C.
Si suppone che l’abitato sia stato abbandonato non oltre il XV secolo a.C. in seguito ad un innalzamento del livello del lago, subitaneo e progressivo quanto l’abbassamento ora in corso. Questi mutamenti del livello delle acque sarebbero resi possibili dalla presenza, sotto la falda acquifera del lago, della camera magmatica dell’antico Vulcano Laziale. Per inciso, questa ipotesi contraddice l’altra teoria comune che l’abbassamento del livello del lago sia dovuto unicamente all’abuso che ne fa l’uomo attingendo direttamente dal lago (è il caso della cabina di sollevamento delle ville pontificie di Castel Gandolfo) o dalla falda attraverso pozzi.
Una prima campagna di scavo del sito si è svolta nel 2001. Nel 2009 è partita una nuova campagna di scavi nel sito. Il parco regionale dei Castelli Romani organizza periodicamente visite guidate al sito.
Rilevanti sono poi i problemi della conservazione delle strutture del sito, confermati anche dalla campagna archeologica condotta tra il 2012 e il 2016, poiché il legno tende ad essere polverizzato dagli agenti atmosferici.