In libreria il quarantunesimo libro dello scrittore castellano Marco Onofrio: “Ricordi futuri”
Con “Ricordi futuri, scritti di Storia Politica Società” (EdiLet, 2023) Marco Onofrio riunisce i fili intessuti lungo il suo trentennale itinerario culturale a tutto campo per dare luce – sintetizzando l’impegno umanistico che da sempre lo contraddistingue – a un’opera di piena e completa maturità
Il noto scrittore Marco Onofrio, romano di nascita ma castellano di adozione, mette a frutto, nei 40 saggi che accendono la potente analisi della realtà sviluppata attraverso le oltre 200 pagine del libro, molte intuizioni e suggestioni disseminate in opere precedenti, come il poemetto di civile indignazione “Emporium” (2008), i poemetti “Disfunzioni” (2011) e “Le catene del Sole” (2019), i racconti “Energie” (2016) e il pamphlet “Le segrete del Parnaso” (2020). Ma qui i discorsi precedenti fungono da elementi di “detonazione”: Onofrio fa appunto esplodere la “rabbia dei giusti” per approfondire e mettere a fuoco con inaudita lucidità i problemi che più gli stanno a cuore come uomo e scrittore, e cioè i segnali per nulla incoraggianti di un mondo tra i più ingiusti e disumani di sempre che si sta avvitando nel gorgo di una possibile, se non probabile, catastrofe planetaria.
Dopo il “decalogo di utopie” che apre il volume, per capire il tono dello stesso conviene citare i titoli di alcuni dei saggi più significativi: “Conoscere per non odiare: la comunicazione, antidoto della guerra”; “Dissanguare i popoli e grugnire i privilegi”; “L’oblio dell’essere e la necessità della cultura”; “L’educazione commerciale e il nuovo Padre Nostro”; “La memoria del male e la reversibilità dell’esperienza”; “Religione, storia e società”; “La forza della Storia e il disperato desiderio della pace”. Il libro si configura anche come un diario asistematico del post-Covid, con riferimenti a date e fatti di cronaca contemporanea. Dall’insieme dei temi, affrontati con gli strumenti delle scienze umane attraverso letture affilate che evocano citazioni sempre appropriate e illuminanti, è evidente come “Ricordi futuri” proponga al lettore una “cassetta degli attrezzi”, diciamo così, utili per resistere alla Crisi. La complessità delle narrazioni è enorme ma il linguaggio resta semplice: Onofrio ama la chiarezza. E così ragiona per indurre a ragionare, ma soprattutto scuotere e scardinare lo status quo, innescando le armi dirompenti della riflessione, della coscienza critica, della polemica se necessario, per sviscerare la polpa dei fenomeni e giungere, sia pure con la lente d’ingrandimento di un’ottica precipuamente “italiana”, fino ai meccanismi segreti del mondo d’oggi, indagato nelle sue molteplici storture attraverso alcune tra le questioni più scottanti e urgenti che siamo chiamati ad affrontare: l’ambiente, la pace, l’economia, il lavoro, l’alienazione, la tecnocrazia, la violenza, le carceri, la sanità, la scuola, ecc.
Marco Onofrio è implacabile nell’analisi: insiste, incalza, puntualizza, apre le idee come scatole cinesi. E non si ferma davanti a nulla; anzi, più avverte il tabù e più affonda il colpo. La volontà demistificatrice fa esplodere i castelli di menzogne codificate, funzionali alle logiche del Nuovo Ordine globalizzato, perciò il libro si legge con il ritmo inesorabile e trionfante di una festa: la festa del libero pensiero, che vorrebbe e potrebbe essere la festa di ogni lettore risvegliato e riconnesso alla coscienza delle cose “così come sono”. Scrive Onofrio, in un passo vibrante del libro: «…La stortura suprema è la trasformazione dell’economia (etimologicamente oîkos e nomia, cioè “governo della casa”, e dunque amministrazione equa e naturale del pianeta) in finanza autocratica di profitto puro, che tradisce gli “strumenti umani” su cui si fonda per utilizzarli solo in senso amorale, opportunistico, predatorio, appannaggio di pochi eletti e dei loro sconfinati privilegi. E tutti gli altri?».
Raggiunto telefonicamente per fornire una sintesi estrema del suo libro, Onofrio ha dichiarato: “C’è un mondo ingiusto da riequilibrare con la massima urgenza e il primo degli strumenti è la memoria, cioè l’oro inestimabile dell’esperienza e il patrimonio sacro della storia. Ecco spiegato il titolo: senza ricordi, a partire da quelli individuali, è impossibile il futuro e vengono meno i sogni che lo rendono possibile”.
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Last Updated on 21 Ottobre 2023 by Autore P