Violenza sessuale: è possibile superare il trauma?

Violenza sessuale: è possibile superare il trauma?

I casi di violenza sessuale hanno registrato un aumento del 40% negli ultimi dieci anni, un dato che insieme all’incremento del 105% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e del 48% per gli atti persecutori, completano un quadro poco rassicurante, delineato dal Focus pubblicato dal Ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia criminale. Nel 2022 un terzo delle vittime era minorenne, il 20% di età compresa tra i 14 e i 17 anni, fino ai 13 anni invece, rappresentano l’11% del totale. Cifre mostruose, considerando il sommerso per le mancate denunce. I presunti carnefici invece, sono i cosiddetti giovani adulti (18-24 anni) per il 15,7% dei casi, nel 78.8% dei casi invece, hanno un’età supe- riore ai 25 anni.

“Studi dimostrano che laddove ci sia bassa scolarizzazione, povertà ed emarginazione sarà maggiore la possibilità che un bambino, e poi un adolescente, sia carente nella capacità empatica, abbia difficoltà a riconoscere il punto di vista dell’altro. Il rispetto per l’altro e la compassione vanno educati e alimentati [..]. Se si cresce nella solitudine emotiva aumenta la frustrazione, che è una delle cause dell’aggressività.Vivere in un clima di violenza spinge ad essere violenti per sopravvivere”.

Insieme a Paola Scampati, psicologa e attuale Direttore UOC Procreazione Cosciente e Responsabile (Consultori) dell’ASL Roma 6, abbiamo approfondito il trauma che una violenza sessuale provoca e le conseguenze che provoca nelle vittime. Il consiglio per i familiari, ci dice la dottoressa Scampati, è di rispettare il trauma della vittima: “Ogni persona ha dei tempi diversi per poter elaborare ciò che accade. Occorre rispettarli, offrendo supporto e vicinanza. Si può sostenere la vittima nelle sue decisioni e rimandarle un senso di autoefficacia, per aiutarla a fidarsi di sé e superare la grande paura che l’ha invasa”. Aprirsi e raccon- tare il vissuto è un passo avanti importante. Indirizzare le vittime di violenza verso strutture pronte all’accoglienza è importante affinché vengano assistite da personale specializzato.

Dottoressa Scampati, a chi ci si deve rivolgere dopo aver subito una violenza?

Le donne vittime di violenza nei Pronto Soccorso troveranno personale formato all’accoglienza. Riceveranno la priorità di accesso in sala visita dove sarà immediatamente applicato il protocollo dedicato. In questi casi le vittime sono ospitate in un’area riservata per gli accertamenti e saranno avviate tutte le azioni di tutela necessarie, come consulenze specialistiche ed eventualmente le Forze dell’Ordine. Si attiva la rete territoriale per la presa in carico e la messa in sicurezza della donna vittima.

In alternativa al Pronto Soccorso, a chi si può chiedere aiuto?

Ci si può rivolgere ai Consultori, servizi che per mandato istituzionale e per LEA (Livelli essenziali di assistenza) si occupano della promozione, sensibilizzazione, accoglienza, presa in carico e trattamento delle donne vittime di violenza.

Le figure professionali del Consultorio incontrano spesso situazioni e vissuti di violenza, e sono tutte preparate e formate all’accoglienza di donne che hanno subito violenza, maltrattamento e abuso, e alla valutazione e all’identificazione di una probabile relazione di violenza all’interno della coppia, del sistema familiare e/o sociale.

I professionisti dei Consultori familiari, in collaborazione ad altre istituzioni del territorio, quali i CAV Centri Anti Violenza, i Servizi Sociali dei Comuni, le Forze dell’Ordine, le Associazioni, la Procura, creano il supporto necessario per aiutare ed accogliere le donne che si rivolgono al servizio attraverso il protocollo aziendale «Prevenzione e contrasto dei fenomeni di violenza di genere e stalking» in collaborazione con altri enti e servizi della rete.

E per un aiuto anche legale?

La ASL Roma 6, insieme ad altri attori istituzionali, è firmataria di un protocollo interistituzionale, istituito dalla Procura della Repubblica di Velletri, finalizzato alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le donne e i minori e alla costruzione di una rete di accoglienza, ascolto, protezione delle vittime di violenza di genere e di quelle che si trovano in condizioni di particolari vulnerabilità.

A tal fine è stato pensato e attuato il Progetto “Con Te in rete contro la violenza di genere” che ha previsto attività di formazione rivolte ai professionisti sanitari, alle Forze dell’ordine, ai Servizi Sociali Comunali, alle operatrici dei centri antiviolenza, agli Avvocati.

Gli Psicologi dei Consultori insieme agli Avvocati del foro di Velletri, esperti nell’accoglienza, nell’ascolto e nella cura delle donne vittime di

violenza di genere e domestica, sono presenti due volte a settimana presso lo sportello che si trova nella Procura della Repubblica di Velletri, che ne cura il servizio.

In particolare, vengono fornite informazioni e supporto psicologico e legale alle vittime attraverso una prima accoglienza ed un accompagnamento ai Servizi presenti sul territorio.

Quali sono le conseguenze del trauma delle vittime?

L’abuso sessuale per una donna è una delle ferite più profonde poiché, nel tempo, i suoi esiti portano a gravi mancanze nel senso di sicurezza, di identità e nel sentirsi capaci di fare delle scelte e di fronteggiare gli eventi. Violenze, aggressioni ed altre esperienze traumatiche hanno il potere di sconvolgere la mente dei sopravvissuti, producendo sintomi psicologici, psichiatrici e fisici specifici che compromettono gravemente la capacità di avere relazioni sociali soddisfacenti, anche di lavorare e di vivere. La violenza sessuale è accompagnata da intensa paura, orrore e da un senso d’impotenza, che può portare allo sviluppo di un Disturbo Post Traumatico da stress Complesso e presentare un vasto corteo sintomatico.

Ci sono trattamenti che aiutano a superare la violenza?

Vi sono approcci psicoterapeutici che si sono rivelati efficaci per il trattamento dei traumi sessuali. Durante la psicoterapia, i ricordi disturbanti del passato vengono riprocessati nelle varie componenti: i pensieri intrusivi perdono forza, le cognizioni del paziente diventano più adattive e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità e assumono un significato narrabile, perdendo la loro caratteristica coercitiva. La persona sente che il ricordo del trauma fa parte del passato e non è più un fantasma nel presente.

Le reazioni di una ragazza sono diverse rispetto a quelle di una donna adulta?

Le conseguenze si esplicitano sia a livello fisico che psichico e possono essere evidenti nell’immediatezza del fatto così come a lungo termine, in particolare per l’insorgenza di disturbo post-traumatico da stress (DPTS) disturbo borderline di personalità o stati dissociativi e molteplici patologie della sfera psichica. Sono associate all’abuso sessuale su minore molteplici conseguenze a livello fisico, psicologico e comportamentale: disturbi gastrointestinali (sindrome del colon irritabile, dispepsia non dipendente da ulcera, dolore addominale cronico); disturbi ginecologici (dolore pelvico cronico, dismenorrea, mestruazioni irregolari); somatizzazione (estrema preoccupazione sui processi del corpo); sintomi depressivi; ansia; bassa autostima; comportamenti sessuali esagerati o inappropriati; perdita di competenze sociali; indebolimento cognitivo; preoccupazione riguardo l’immagine corporea; abuso di sostanze. Il danno che subisce una ragazza in età evolutiva è grave e profondo poiché intacca la struttura di personalità in formazione, la mente che si sta formando e la capacità di instaurare relazioni basate sulla fiducia.

È davvero possibile ricostruire interamente la fiducia verso l’altro nelle vittime di violenza?

Il superamento della violenza sessuale richiede alla donna l’elaborazione del trauma stesso nei vissuti del corpo (sensazioni- emozioni), degli affetti (il concetto di amore), delle convinzioni (definizione di sé) e delle relazioni (la fiducia nell’altro). L’elaborazione del trauma richiede tempo e pazienza, l’intervento di specialisti, in quanto i traumi sono di tipo complesso. L’obiettivo della psicoterapia è ridare alla donna, che ha subito violenze sessuali, una positiva percezione del proprio corpo, un’immagine mentale soddisfacente di sé stessa e della propria femminilità, sicurezza, dignità e valore nei contesti sociali.Alcune persone riescono a ricostruire la fiducia verso l’altro, altre riescono ad andare avanti dedicandosi all’obiettivo di una vita degna di essere vissuta.

Come mai l’età delle vittime riguarda tanti minorenni?

Non è facile indagare le cause di questo fenomeno, è sicuramente il risultato di una interazione tra diverse concause. Vi sono fattori che favoriscono la violenza e altri che la inibiscono. Il depauperarsi dei valori nella società, l’esposizione costante a materiale violento sul web e nelle serie tv, la mancanza di educazione al rispetto ed alla compassione, l’uso precoce di droghe e alcol sono certamente fattori predisponenti. L’abuso verso minorenni può essere definito come qualsiasi comportamento, volontario o involontario, da parte di adulti (parenti, tutori, conoscenti o estranei) che danneggi in modo grave lo sviluppo psicofisico e/o psicosessuale del bambino.Abuso è tutto ciò che impedisce la crescita armonica del minore, non rispettando i suoi bisogni e non proteggendolo sul piano fisico e psichico.

Così come accade per l’abuso sessuale nei confronti degli adulti, quello nei confronti dei minorenni assume connotati differenti nei due sessi, gli esiti si articolano in modo diverso anche a seconda dell’età in cui l’abuso viene subito, della ripetitività dello stesso e della familiarità con lo stupratore.

E la logica di chi stupra? Come mai secondo lei si è acuito il fenomeno? Cosa scatta nella mente degli stupratori?

È difficile entrare nella mente degli stupratori, non è semplice capire i meccanismi che lo conducono periodicamente a cercare vittime. Ci troviamo di fronte a profili diversi di personalità, non esiste un unico identikit. Percorsi e personalità diverse, con storie complesse, che in comune hanno la violenza sessuale. Le ricerche in questo ambito hanno dimostrato che i fattori che possono aver influito sulla personalità dello stupratore e sull’agire in modo violento sono eterogenei. Possono partire da una storia di abusi, da un imprinting che ha favorito modelli di comportamento aggressivo, dall’aver vissuto in ambienti socialmente degradati o in condizioni di basso livello socio-economico ma anche l’aver subìto frustrazioni e violenze di ogni genere, oltre all’abitudine ad assumere droghe o alcol.

Anche l’età è un fattore determinante: Il maschio dai 16 anni ai 40 anni è più esposto alle sollecitazioni sessuali. L’educazione in famiglia e la scolarizzazione, da questo punto di vista, hanno una grande responsabilità per una corretta formazione della personalità dei ragazzi e quindi anche del modo in cui controllano i propri impulsi sessuali.

Last Updated on 22 Ottobre 2023 by Redazione 2

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