Le emozioni: viverle fa bene

Le emozioni: viverle fa bene

Le emozioni fanno parte della vita di tutti e sono legate a ogni situazione che quotidianamente dobbiamo affrontare. Positive o negative che siano, queste sensazioni è importante viverle, perché altrimenti si cristallizzano e si trasformano in traumi che possono condizionare il presente ma anche il futuro di una persona. Con la dottoressa Elena Margiotta, psicologa dell’Albero della Vita di Ariccia, cerchiamo di capire quanto è importante lasciare che queste sensazioni siano vissute sia dagli adulti che dai bambini, anche in relazione a un momento così particolare a cui ci ha costretto la pandemia. Scopriamo anche, nelle domande a seguire, quanto è fondamentale il supporto degli adulti, per la serenità dei piccoli.

Dottoressa Margiotta, la distanza sociale ha creato un nuovo modo di vivere le amicizie e i rapporti anche per i bambini. Cosa comporta per loro attraversare questo momento “sospeso” che stiamo affrontando, se possiamo considerarlo “recuperabile” o piuttosto “perso” per i più piccoli e se le famiglie posso fare qualcosa per aiutare i bambini in questa mancata socializzazione?
“Per dare una risposta a questa domanda ci dobbiamo allacciare al concetto di resilienza, ovvero la capacità di una persona di riuscire ad affrontare positivamente un evento traumatico o un periodo di difficoltà, riscoprendo e attivando delle risorse. La pandemia è sicuramente un periodo stressante. Per i bambini la mancanza della scuola, del gioco in compagnia, dello sport e questa distanza forzata anche con l’uso delle mascherine ha sicuramente inciso sulla quotidianità. Un evento così forte però può far scoprire alcuni aspetti positivi. Ogni persona reagisce diversamente a uno specifico evento, in base al suo peculiare carattere, alla sua personalità e alle esperienze di vita pregresse. In questo caso le emozioni provocate da un evento di tale portata sono sicuramente tante. Dalla gioia di aver trascorso più tempo con i propri genitori alla tristezza per la mancanza degli amici, passando per la rabbia per le limitazioni e la paura di contrarre il virus. Questa può rappresentare l’occasione di conoscerci meglio e trovare in noi stessi la forza di reagire a questa situazione ma anche ad altri eventi che si potrebbero verificare in futuro”.

Vivere tutte queste emozioni legate a un solo evento, soprattutto per i piccoli, può aver generato uno stress?
“Sicuramente la pandemia è un evento stressante ma non per questo provocherà un trauma psicologico in tutti, indipendentemente dall’età. I bambini hanno affrontato la pandemia più o meno positivamente in base a come l’hanno fatto le loro famiglie e da come gli è stata spiegata. I bambini hanno soprattutto bisogno di capire cosa sta succedendo altrimenti si creano loro delle spiegazioni che possono non essere corrispondenti alla realtà. Questo non vale solo per il Covid ma è un principio generale”.

Questo tempo è recuperabile o per i bambini alcune emozioni importanti sono ormai andate perse e non più recuperabili?
“Io non credo che ci siano in assoluto delle situazioni che si perdono. Se i bambini sono guidati in modo funzionale dalle figure di riferimento, torneranno presto a vivere positivamente quei momenti che oggi non possono esserci. Penso che apprezzeranno ancor di più il contatto fisico quando ci potrà essere grazie alla loro incredibile capacità di adattamento. Il problema non è mai il cambiamento in sé e per sé ma come questo viene affrontato. Se le figure che li circondano reagiscono negativamente agli eventi, con passività, lasciandosi sovrastare e senza riuscire ad attivare le risorse utili a fronteggiarli, il bambino probabilmente apprenderà questa modalità di fronte alle novità. Anche le emozioni negative come la paura e la tristezza possono avere risvolti positivi. Ciò che conta è ascoltare le nostre emozioni e riconoscere la loro funzione di segnale rispetto ad uno specifico bisogno. La paura ad esempio è sana nel momento in cui ci segnala la presenza di un pericolo mettendo in luce il bisogno di protezione dell’individuo attraverso delle azioni. Prendendo a esempio la pandemia: ho paura del contagio allora indosso la mascherina. Oppure il bambino ha paura e può avere bisogno di parole di rassicurazione da parte dell’adulto, del tipo ‘andrà tutto bene'”.

Quando vivere le emozioni si trasforma in una esperienza negativa?
“Le emozioni vanno accolte tutte perché sono adattive e sono la miglior risposta che il nostro organismo ci ha fornito di fronte a ben determinate situazioni. Quando però neghiamo il motivo che ha scatenato un’emozione o l’emozione stessa, queste rimangono dentro di noi finché non esplodono. Se non comprendo il valore protettivo della paura per esempio, questa può creare panico”.

In questi casi interviene lo psicologo in soccorso della persona per superare questo trauma?
“Esattamente. Lo psicologo guida la persona a comprendere le ragioni delle sue emozioni e dei suoi comportamenti, anche quelli che apparentemente sembrano più disfunzionali. Spesso accade che il bambino impara a mettere da parte alcune emozioni perché nel suo ambiente non sono accettate. Ad esempio se ogni volta che il bambino mostra paura il genitore lo rimprovera, il bambino impara che non va bene provare e mostrare la paura allora imparerà a negarla e a metterla da parte, giungendo a trovare modi alternativi, spesso disfunzionali di gestire la paura, ad esempio diventando aggressivo e oppositivo con i genitori”.

Quando è giusto per un genitore rivolgersi ad uno psicologo per aiutare i propri figli?
“Quando si rendono conto che i piccoli hanno difficoltà nel vivere pianamente i momenti, quando manifestano reazioni sproporzionate o quando un’emozione non resta circoscritta all’evento che l’ha suscitata, ma si protrae nel tempo, o ancora quando hanno difficoltà nelle relazioni sociali o nello svolgere i compiti quotidiani o nel godersi i momenti di gioco. Questi possono essere campanelli di allarme che ci indicano il bisogno di un aiuto per i piccoli pazienti a vivere in modo corretto le emozioni legate a un particolare evento. Ecco perché oggi è importante stare vicini ai più piccoli e guidarli nella loro crescita fisica ed emozionale. Le capacità di gestire da adulti le proprie emozioni dipende tutto da come impariamo a farlo da piccoli”.

Last Updated on 26 Maggio 2021 by

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Tutti i diritti riservati