Castel Gandolfo, le riflessioni di Maurizio Colacchi sulla questione afghana tra geopolitica e politica locale
Castel Gandolfo -Il ritiro delle truppe statunitensi e del contingente Nato, di cui fa parte anche l’Italia, dall’Afghanistan ha dato via al ritorno, dopo 20 anni degli estremisti talebani che in pochi giorni hanno riconquistato il paese. La crisi umanitaria che ne è scaturita non lascia indifferenti, grande è la preoccupazione per quello che il ritorno dei talebani al potere rappresenta soprattutto per quel che riguarda le donne che in pochi giorni rischiano di vedere persi 20 anni di diritti.
La riflessione che fa Maurizio Colacchi su Facebbok va in questa direzione. L’ex primo cittadino castellano scrive:
“La situazione che si trova ad affrontare l’Afghanistan si fa di ora in ora più drammatica. Le scene disumane che abbiamo visto in televisione danno il senso di quanto sia orrenda la catastrofe umanitaria in quel Paese. Il Premier Draghi ha proposto un vertice del G20, giusto, ma deve avvenire in tempi rapidi altrimenti le soluzioni saranno tardive. Io credo che un’azione urgente sia quella di imporre una forma di cessate il fuoco”.
“Far diventare l’intera area di Kabul zona protetta dove sia vietato portare armi. Certamente questa soluzione è difficile da concretizzare e deve essere concordata con i talebani ma le grandi potenze mondiali hanno i mezzi e gli strumenti per riuscirci. Intanto si deve pensare a come accogliere le persone che stanno fuggendo dall’Afghanistan. Nessuno si deve sottrarre dal dare il proprio contributo, anche minimo, a questo dramma umanitario creato soprattutto dagli USA”.
“L’Amministrazione comunale di Castel Gandolfo ottenne un finanziamento di 288.000,00 euro dalla Provincia di Roma per la ristrutturazione del Mattatoio comunale per realizzare una Casa Famiglia. I lavori iniziarono nel 2011 e terminarono ad aprile del 2012. L’attuale amministrazione ha deciso di cambiarne la finalità e di concedere l’uso dell’immobile alla Protezione civile”.
“Castel Gandolfo, come previsto dallo Statuto Comunale, assume l’epiteto di Città della Pace e dell’Accoglienza. Penso che per far fronte ad un’emergenza di così tragiche dimensioni la nostra Città possa e debba mettere a disposizione questa struttura o parte di essa per accogliere alcune donne con bambini obbligati a fuggire dalla loro terra”.