Albano, Ass. Salute Ambiente richiesta audizione a Commissione Rifiuti Lazio
Albano – “Di altri impianti industriali del tutto simili si parla profusamente in Commissione Rifiuti Lazio (basti pensare al caso di Anagni, con convocazione urgente per il 7 dicembre!), mentre resta avvolto nel mistero e nel silenzio il progetto di maxi-biogas da 80mila tonnellate l’anno di tonnellate (il 350% in più di quanto necessario ai 10 comuni di bacino) che gli affittuari del Gruppo Cerroni vorrebbero realizzare all’interno della discarica di Albano al posto dell’ex TMB (Il frullatore per rifiuti indifferenziati andato in fiamme il 30 giugno 2016), proprio accanto al VII invaso.
Per questo, abbiamo chiesto a Marco Cacciatore, presidente della Commissione Rifiuti Lazio, di essere auditi con urgenza, insieme al comitato UST-Uniti per la Salvaguardia del Territorio ed a Marco Moresco, consigliere comunale di Albano, l’unico referente politico-istituzionale che sta rendendo pubblici tempestivamente i dati Arpa sull’inquinamento della falda acquifera della discarica di Albano.
Chiediamo che alla seduta siano invitati anche: Vito Consoli e Sara Palombi dell’Ufficio Rifiuti Lazio, Marco Lupo di Arpa Lazio; Massimiliano Borelli e Mario Savarese, sindaci di Albano e Ardea; Massimiliano Valeriani e Roberta Lombardi, assessori ai Rifiuti e Transizione Ecologica, per capire le loro intenzioni sul maxi-biogas di Albano e sulla caratterizzazione, bonifica e chiusura definitiva della discarica di Albano.
In questa audizione vogliamo parlare solo del Piano di caratterizzazione (ossia dell’analisi approfondita dei terreni e falde sottostanti il sito industriale), bonifica e chiusura della discarica, visto che le falde sono gravemente inquinate, oltreché di maxi-biogas, ossia di tutte procedure ordinarie, in carico ai nostri amministratori!
Non abbiamo intenzione invece di parlare di VII invaso, riavviato dopo 5 anni di chiusura con una procedura d’emergenza, vale a dire con una ordinanza contingibile e urgente che permette (entro certi limiti) di calpestare le normali regole del diritto.
PROMEMORIA
Il progetto di maxi-biogas di Albano è partito alla chetichella il 27 luglio (avvio formale dell’iter); il 3 settembre si è svolta la prima Conferenza dei Servizi.
Tutti i politici che sono venuti davanti l’ingresso della discarica di albano sono rimasti zitti e muti per mesi, nonostante avessero la nota regionale di avvio formale dell’iter!
L’intera vicenda è stata resa pubblica solo grazie ai comitati liberi attivi sul territorio!
La copia del progetto del maxi-biogas (a differenza di quanto imposto dalla legge) non è disponibile sul sito della Regione Lazio, né tanto meno sulla pagina trasparenza del comune di Albano.
La società Colle Verde ha chiesto lo scorso 26 novembre di procedere spediti verso il via libera, noi invece vogliamo vederci chiaro, ma soprattutto vogliamo conoscere le intenzioni dei nostri amministratori!
Del resto, le falde acquifere sotto la discarica (da cui attingono anche le centinaia di pozzi di residenti e attività commerciali della zona, in cui manca l’acquedotto pubblico) sono gravemente inquinate. L’intera area a cavallo tra Albano, Ardea, Pomezia e Ariccia è caratterizzata da “inquinamento diffuso”, ma i dati delle analisi sui pozzi spia vengono pubblicati solo parzialmente e con ESTREMO RITARDO e solo grazie all’interessamento di un singolo consigliere comunale!
Alla luce di tutto ciò, non partono le procedure ordinarie imposte dalla legge per le aree caratterizzate da “inquinamento diffuso”, ossia il Piano di caratterizzazione geologica ed idrogeologica del sito!” Questo il comunicato stampa dell’associazione salute ambiente Albano.