Discarica di Albano, via al riesame della vecchia autorizzazione classe 2009, ma solo a metà

Discarica di Albano, via al riesame della vecchia autorizzazione classe 2009, ma solo a metà

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione Salute Ambiente Albano

Albano – A quanto pare non sono stati vani tutti gli sforzi profusi dalla nostra Associazione e tutte le istanze presentate nell’ultimo anno! Finalmente l’Ufficio Rifiuti Lazio ha accolto la nostra richiesta di rivedere l’AIA (Autorizzazione impatto ambientale) che regola il funzionamento della discarica (denominata tecnicamente B-3695) e che risale al 2009, scaduta nel 2019, è stata prima prolungata di 5 anni, poi spacchettata in due e volturata dall’Ufficio Rifiuti Lazio (tra il 2019 e il 2020) a favore di due diverse e distinte società, fino ad essere usata dalla sindaca Virginia Raggi per riaprire la discarica ai rifiuti romani, per salvare Roma dalla cosiddetta “emergenza”.

Le due volture concesse dall’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio, guidato allora da Flaminia Tosini, finita agli arresti, e da Vito Consoli successivamente, hanno permesso a due distinte società di gestire una la parte del VII invaso della discarica, l’altra l’area dell’ex TMB, andato a fuoco nel 2016, area in cui è stato presentato un progetto per un biogas da 120.000t bocciato lo scorso anno e ora un nuovo progetto per un biogas da 80.000 tonnellate di rifiuti da raccattare in mezzo Lazio, in violazione del principio di prossimità, che impone lo smaltimento vicino al luogo di produzione.

 La conferenza dei servizi per la revisione dell’AIA è stata convocata il 22 febbraio alle 10.30. Fin qui tutto bene, peccato che la revisione riguardi solo metà del sito! Riguarda solo ed esclusivamente l’area del VII invaso e quindi la società Ecoambiente. Nessuna revisione è stata – da quanto ci risulta – richiesta da Vito Consoli sulla prima voltura, ossia quella riconducibile alla società Colle Verde e quindi anche al progetto di maxi-biogas da 80.000t proposto e in fase di discussione.


Dichiara il Presidente dell’Associazione Amadio Malizia “Nei prossimi giorni saremo costretti di nuovo a rivolgerci all’Autorità Giudiziaria. Non è certo questo, a nostro modesto avviso, il modo di portare avanti la revisione di una autorizzazione che era ed è unica e che ora qualcuno pretende di considerare spacchettata.

A chi giova questo spacchettamento, compiuto in barba ad una interdittiva antimafia confermata da ben due gradi di giudizio? L’Ufficio Rifiuti Lazio e Vito Consoli vogliono forse salvare la Colle Verde il progetto di maxi biogas dai controlli e le verifiche imposte dalla legge? Perché i cittadini non sono stati invitati a partecipare alla Conferenza dei Servizi del 22 febbraio? Presenteremo all’Ufficio Rifiuti Lazio una istanza in tal senso.”

Last Updated on 1 Febbraio 2022 by

Redazione

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