Glee, l’eredità che Naya Rivera ci ha lasciato
“Se lo dite in giro lo negherò fino alla morte ma mi piace stare nel Glee Club. Non mi costringe nessuno a stare qui, è il momento più bello della giornata. Non avrei mai mandato tutto all’aria.” Santana Lopez
Glee, una serie tv americana del 2009 e conclusa nel 2015, è stata amata da tutti gli adolescenti degli anni 90, ma Glee non una semplice serie tv sul canto coreografato.
Il Glee Club ha insegnato a tutti noi – adolescenti di quegli anni – l’importanza di amare sé stessi, rispettando le nostre diversità, facendole diventare il nostro punto di forza, ricordando a tutti quanto siamo speciali e unici nel nostro modo di essere.
Il cast di Glee vedeva attori, tra i più disparati, con talenti eccelsi nel canto, nel ballo e ovviamente, nella recitazione. Nei loro ruoli erano così credibili, tutti si sentivano emotivamente, psicologicamente o fisicamente legati ad un personaggio e di conseguenza all’attore che lo interpretava.
Naya Rivera alias Santana Lopez in Glee, è uno dei personaggi maggiormente amati: una donna forte, latina, bisessuale, icona della comunità LGBTQ+ grazie al suo coming out affrontato in modo toccante e speciale. La classica ragazza popolare, cheerleader, un po’ perfida, ma solo all’apparenza.
Il 13 luglio è arrivata la notizia della morte di Naya Rivera, scomparsa nel Lago Piru lo scorso 8 luglio, dove stava trascorrendo delle ore in barca con suo figlio Josey di appena 4 anni, che ha detto alla polizia di aver visto la madre tuffarsi e non tornare più a galla.
Il ritrovamento del corpo dell’attrice è arrivato nel giorno del settimo anniversario della morte di Cory Monteith, altra colonna portante del cast.
Il cast di Glee si è trovato ad affrontare l’ennesima tragedia, dopo la morte di Cory Monteith e il suicidio di Mark Salling.
Glee, a prescindere dalle tragedie, le fantomatiche maledizioni, anche a distanza di 5 anni, è ancora una serie divertente, brillante, innovativa, un mix tra soap e musical, che dovrebbe essere vista da tutti gli adolescenti, spronandoli ad essere liberi di essere se stessi, amando e vivendo come preferiscono.
Scritto da Flavia Arcangeli