Un nido di plastica sul Tevere a pochi giorni dall’approvazione della legge Salvamare: Marevivo, “serve conversione ecologica”

Un nido di plastica sul Tevere a pochi giorni dall’approvazione della legge Salvamare: Marevivo, “serve conversione ecologica”

Dalla sede nazionale della Onlus di Marevivo sul Tevere, un punto di vista privilegiato per osservare la natura, si rinnova la preoccupazione circa la gravità dell’inquinamento da plastica nelle nostre acque e dei pericoli quotidiani che questo rappresenta per gli animali che ci vivono.

A ricordare la drammatica situazione, la recente immagine di una coppia di gallinelle d’acqua che ha costruito il nido per i propri piccoli con rifiuti di plastica abbandonati nel fiume e trascinati dalla corrente, scambiandoli per foglie e rami.

Questo solo a pochi giorni dall’approvazione della Legge Salvamare per la lotta all’inquinamento del mare. La decisione storica per i diritti dell’ambiente, disciplinando il recupero dei rifiuti in mare, nei laghi, nelle lagune e nei fiumi e promuovendone il riuso, avrà ricadute importanti a sostegno della vita marina e dello sviluppo di una economia del mare più sostenibile.

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“Già nel 1988 Marevivo installò uno sbarramento sul fiume Sarno, raccogliendo 1200 tonnellate di rifiuti in soli 3 mesi. Ci sono voluti 34 anni per arrivare a una legge fondamentale per contrastare il marine litter e finalmente abbiamo ottenuto la Salvamare. Cosa la rende così importante? Grazie a questa Legge, avremo più forza per ripulire il mare dalla plastica, una vera piaga per l’ecosistema marino e non solo. Il nostro futuro dipende dal mare, ma la salute del mare dipende da noi” ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo all’incontro di presentazione ufficiale della legge lo scorso 17 maggio.

“Non posso non ammettere che il provvedimento per pulire il mare dai rifiuti avrebbe potuto essere maggiormente incisivo” ha però commentato la Senatrice Virginia La Mura. Il 15 maggio, infatti, abbiamo esaurito le risorse naturali messe a disposizione dal Pianeta per il 2022. Occorre perciò un cambiamento radicale verso la sostenibilità, per tutelare non solo l’ambiente, ma anche le persone e gli altri esseri viventi.

“Parliamo di conversione ecologica, non di transizione! – ribadisce dunque Sergio Costa, ex Ministro dell’Ambiente che presentò il Decreto legge in parlamento nel 2018 – Transizione vuol dire andare dal punto A al punto B; conversione è un cambiamento radicale del nostro stile di vita ed è proprio questo che occorre”.

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Questo non toglie che l’approvazione della legge Salvamare – sopravvissuta a tre diversi governi e a molti ostacoli, tra cui la pandemia e la guerra – resti una buona notizia. È una legge fatta di azioni concrete nell’ottica della economia circolare, si pone all’avanguardia nel contesto europeo: si parla anche di dissalatori, acquacoltura, Posidonia oceanica. Con essa il Paese inizia concretamente a tendere la mano al nostro grande alleato e fonte di vita, il mare, nel tentativo di non dover più assistere ad immagini drammatiche come quella del nido di plastica sul Tevere.

Redazione

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