Marino: Lo scrittore marinese Marco Onofrio spopola a Siviglia con “Emporium”
Marino – Presso lo storico centro culturale “La Carbonerìa”, in Calle Céspedes, sabato scorso 15 ottobre, si è svolta la presentazione di “Emporium. Poemilla de Indignaciòn Civil”, ovvero la traduzione in spagnolo della più nota opera del cinquantunenne scrittore romano, naturalizzato marinese: “Emporium. Poema di civile indignazione”.
Il locale era affollato, ma ciò che più conta è l’attenzione e la passione con cui il pubblico ha seguito l’evento dall’inizio alla fine. Abbiamo raggiunto telefonicamente l’autore a Marino, il giorno dopo il suo ritorno in Italia, per rivolgergli qualche domanda.
Allora, Onofrio, com’è andata?
“Magnificamente! Sono grato agli organizzatori e a tutti coloro che hanno voluto omaggiarmi della loro presenza. È stato bello rappresentare la cultura italiana in un Paese che già la ama di suo, per profonde affinità storiche e anche linguistiche, e che quindi mi ha accolto con amicizia, anzi di più, direi con fraternità.
Le questioni sociali sollevate da “Emporium” sono molto sentite in Spagna, perciò la risonanza e la sintonia sono state totali. Mi ha emozionato addirittura la fila che si è creata, al termine dell’incontro, per chiedermi di apporre autografi e dediche sulle copie acquistate dalle mani dell’editore malagueño Ferran Fernàndez, titolare della Luces de Gàlibo, giunto a Siviglia per l’occasione. Non è mai facile ottenere tanto riscontro quando si presenta un libro all’estero…”.
Chi ha parlato del suo libro durante l’incontro?
“Anzitutto i due impagabili traduttori, che ringrazio ancora, Bernardo Santos e Soledad Soler. Poi l’editore, che ha creduto nel libro e senza il quale tutto questo non avrebbe preso forma in modo decisivo.
Infine la Prof.ssa Marina Sciarretta, docente dell’Università “Pablo de Olavide” nonché Direttrice del Centro Culturale Italiano di Siviglia, che ha analizzato magistralmente alcuni snodi simbolici dell’opera, accostandola fra l’altro al “Pinocchio” di Collodi, e che mi ha invitato ad una piacevole conversazione con spunti e domande assai interessanti.
Le mie risposte, in italiano, venivano poi tradotte da Bernardo Santos a beneficio del pubblico spagnolo, che peraltro aveva già dato segno di comprendere mentre parlavo”.
Sono stati letti brani dal libro?
“Sì, in spagnolo e in italiano. Dopo gli interventi critici, c’è stata la lettura drammatizzata di uno dei momenti più intensi di “Emporium”, quello del colloquio tra il dipendente alienato e il manager arrogante, a cura a delle brave attrici Marìa Àngeles Ortiz, Rosa Sayago ed Esther Garboni.
Un altro frammento, tratto dall’invettiva contro il degrado della politica nel mondo contemporaneo, è stato letto prima da me in italiano e poi da Bernardo Santos in traduzione”.
C’è stata anche musica?
“Sì, è stata riservata al gran finale, con tre canzoni cantate e interpretate (anche nel senso dei gesti e della mimica) dal rapper marinese Fra’ Sorrentino, giovane artista emergente prodotto da Matteo Gabbianelli dei kuTso.
Sorrentino era stato già da me coinvolto nella presentazione italiana della traduzione, lo scorso 26 febbraio al BiblioPop di Santa Maria delle Mole: grazie a quella performance, molto apprezzata dagli spagnoli, si era guadagnato l’invito ad una rassegna di eventi che poi ha avuto luogo presso l’Accademia Reale di Spagna a Roma, dieci giorni fa, e che mi ha visto protagonista insieme ad altri poeti.
Da lì, è venuto spontaneo il coinvolgimento del rapper nella presentazione sivigliana. Anche a “La Carbonerìa” la sua performance è stata molto apprezzata, malgrado la doppia barriera linguistica (italiano con inserti in napoletano), poiché si tratta di canzoni che esplorano le zone oscure della nostra società malata”.
Le è piaciuta Siviglia?
“Moltissimo. È un gioiello intarsiato che profuma di vita e di essenze preziose. Bernardo Santos mi ha amichevolmente fatto da “cicerone” per le vie e le piazze della città, tra cui Calle Torreblanca, dove abita, Plaza de España, famosa in tutto il mondo, e Plaza de America. Mi sono incantato contemplando la Cattedrale, con la celebre torre campanaria della Giralda. Abbiamo passeggiato sulle rive del Guadalquivir.
Ho visto il convento dove Cristoforo Colombo si accordò con i Reali di Spagna per il finanziamento dell’impresa del 1492, e la fabbrica di tabacchi dove lavorava la Carmen resa immortale dall’Opera di Bizet. Bernardo, conoscendo la mia passione per il calcio, mi ha anche portato a vedere (da fuori) lo stadio “Villamarìn”, dove gioca il Betis Siviglia.
Le sere del mio soggiorno abbiamo cenato in modo itinerante, come usa in Andalusia, cioè consumando le “tapas” da un locale all’altro. Insomma, atmosfere indimenticabili e tanto divertimento!”.
Ci sono nuove traduzioni in vista?
“Sì, sta per uscire in Bretagna una mia antologia poetica in francese, dal titolo “Les rêves du souvenir”, cioè “I sogni del ricordo”. Sono molto felice di questa deriva internazionale che stanno prendendo le mie attività letterarie: è un bel modo di festeggiare il trentennale delle stesse, che cadrà il prossimo aprile”.