Castel Gandolfo, l’ultimo incontro per salvare il lago: competenza, risorse e sforzi collettivi i concetti chiave per dare speranza al futuro
di Matteo Maiorano
Castel Gandolfo (Rm) – Si è chiuso ieri alle 18 il ciclo d’incontri sul lago di Castel Gandolfo, che ha visto protagonisti i sindaci dei paesi partecipanti, insieme ad assessori, tecnici e giornalisti che, insieme, hanno portato avanti l’iniziativa organizzata dall’associazione “Lago di Castel Gandolfo”.
Tema principale è stato quello che, ormai da cinque incontri, si ripete con forza: il recupero delle acque e il relativo convogliamento al lago, al fine, quantomeno, di cristallizzare il livello attuale delle acque. L’apprensione per i temi trattati è simboleggiata dall’alto numero di partecipanti a quest’ultima giornata, tra personalità istituzionali e cittadini.
Tra i presenti ci sono, infatti, i sindaci di Castel Gandolfo, Marino e Albano, tre dei cinque comuni che hanno ospitato gli altri incontri; il vicesindaco di Castel Gandolfo con delega al lago Cristiano Bavaro; Tiziano Maliani, assessore ai lavori pubblici e l’ingegnere Luigi Caporicci, entrambi da sempre vicini alle tematiche e problematiche del lago; il procuratore Giancarlo Amato; Ettore Marrone, in rappresentanza del Contratto di Falda Lago Albano e Nemi e il Fiume Incastro; Pietro di Lazzaro, rappresentante del consorzio di bonifica; il Dott. Massimo Gargano, direttore generale dell’ANBI e tanti altri ospiti tra membri dell’associazione organizzatrice e rappresentanti di altre associazioni e collettivi.
L’appuntamento è nella gremita sala consiliare del municipio di Castel Gandolfo, dove ad aprire il pomeriggio è il sindaco Alberto De Angelis. “Oggi ci si trova a completare questa kermesse di incontri che si è avvicendata (ndr. nei vari comuni dei partecipanti all’iniziativa). Servita per divulgare a dare una testimonianza sull’attività che si è portata avanti e su quello che deve essere il tema. – inizia il sindaco – come sappiamo i motivi dell’abbassamento del livello dell’acqua possono essere molteplici: il numero dei pozzi, l’aumento dei consumi dovuta a pozzi non censiti e quindi non controllati; il clima, che ha influito anche su eventuali sorgenti che potevano portare l’acqua al lago; l’assestamento del bacino o la rottura del diaframma sotto la galleria, che ha provocato la dispersione di diversi metri cubi d’acqua. Noi intendiamo – conclude il primo cittadino – affidare lo studio a esperti, mettendo a disposizione le strutture, che metteranno a disposizione la loro professionalità affinché si possa arrivare, quantomeno, a moderare il livello dell’acqua“
Dopo il secondo prende la parola il Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Velletri Giancarlo Amato, che sottolinea l’utilizzo della tecnologia, augurando alle amministrazioni di riuscire nel loro lavoro in poco tempo e a costi sostenibili “per migliorare una situazione che non deve assolutamente degenerare oltre, perché siamo già oltre il livello grave“.
Alle parole del procuratore si accoda Chiara Rai, giornalista del Messaggero, promotrice e coordinatrice degli incontri. “Oggi si sta scrivendo una pagina storica, perché finalmente le amministrazioni, di colori politici differenti, si sono riunite e hanno compreso la problematica del lago”
Si passa poi la parola a Cristiano Bavaro, vicesindaco del paese e assessore delegato al lago. “Questa sinergia può creare dei risultati importanti, storici” – L’assessore fa presente il ruolo del lago per alcune attività dell’amministrazione rispetto alla riqualificazione di alcune aree, piscine e villaggio olimpionici, che verranno trasformate rispettivamente in una palestra a cielo aperto e in un nuovo polo sportivo, con annesso museo della canoa e kayak. “Tutte queste attività che si stanno sviluppando, sarebbero nulle se l’acqua continuasse a ritirarsi. Il comune denominatore, quello che dobbiamo rivendicare e salvare è l’acqua del lago. I progetti, di livello sia statale che regionale, prevedono il recupero delle acque, poiché l’acqua non ha emissari attivi. Dobbiamo impegnarci al massimo”. Il vicesindaco conclude mettendo sul tavolo anche l’idea di un idrometro per il lago, così da poter monitorare al meglio la perdita d’acqua annua.
Massimiliano Borelli, sindaco di Albano, enfatizza la dimensione sistemica, l’importanza di un’azione che sia collettiva. “Non possiamo non considerare il lago parte integrante di un insieme di realtà o di comunità. C’è la necessità di creare delle linee di indirizzo comune che possano portare alla tutela del territorio, l’abbiamo già fatto con i rifiuti, dobbiamo necessariamente continuare a farlo anche su altri temi, che ci vedano parte attiva e collaborativi. Quale prospettiva vogliamo dare ai nostri territori? E quale futuro a chi li abita? – Continua il primo cittadino di Albano – Il tema sviscerato, il fatto di dover necessariamente fare delle analisi specifiche su quella che è l’antropizzazione dei nostri territori e l’incidenza che hanno tanti aspetti, non solo quello delle falde. Questa è l’ora delle scelte, è ora di prendere delle decisioni chiare, condividerle e iniziare a trasformare le parole in fatti. Il lago – conclude – si abbassa sia che governi il centrodestra sia che governi il centrosinistra. La risposta è fare squadra e rispondere mettendo al centro gli interessi collettivi”.
Ettore Marrone, segretario del contratto di Falda, si mostra visibilmente contento di essere riuscito in quello che era, da sempre, uno degli obiettivi principali degli incontri e del suo contratto: la sensibilizzazione rispetto alla drammatica situazione del livello dell’acqua.
Prima dell’intervento finale si è lasciato spazio a domande e interventi del pubblico. Hanno preso la parola due esponenti di due associazioni che hanno ribadito il loro appoggio alla causa, con dettagli rispetto a zone e aree di competenza specifiche.
Ultimo intervento è quello del dott. Massimo Gargano, direttore generale dell’ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue), ospite d’eccezione. Interviene su tutti i punti fondamentali che devono essere coordinati dalle amministrazioni, dalle competenze all’identità culturale che da secoli il lago dona ai cittadini. Gargano interviene anche sulla questione idrometro posta dal vicesindaco confermando che in questo modo che anche il Lago Albano possa rientrare tra quelli che verranno monitorati dall’ANBI, cosa ad oggi impossibile. Racconta delle sue esperienze e parla di “bene comune sul quale c’è un interesse collettivo, economico, occupazionale e ambientale” – e di come sia importante coadiuvare gli sforzi – “Servono delle risorse, perché le competenze non si può pensare che siano affidate alla buona volontà, le competenze hanno un costo. Merito dei sindaci è proprio questo: l’aver messo in campo soggetti giuridici innovativi. Il consorzio di bonifica ha questa grande capacità, quella di poter mettere insieme le competenze e poter richiedere delle risorse alle istituzioni”.
Così si conclude l’ultimo dei cinque incontri, il cui grande merito è quello di avere unito cinque comuni di colori politici differenti per una causa comune. Per il prossimo futuro il lavoro da fare è ancora molto, ma ora è possibile contare su sforzi politici, mezzi tecnici e risorse. Il lago è un patrimonio e si è in dovere di salvarlo, la responsabilità del futuro è nelle mani di tutti.