Velletri, il discorso in occasione della cerimonia del 4 Novembre del Sindaco Orlando Pocci
Velletri – Questo il discorso del Sindaco di Velletri Orlando Pocci, in occasione della cerimonia di oggi, 4 Novembre.
“Sento di essere parte di un fallimento: quante volte davanti a questo Altare abbiamo richiamato il dovere della memoria per evitare che altri Altari venissero eretti con i nomi di donne e uomini da ricordare?
Quante volte abbiamo detto che quel sacrificio era dedicato a noi per farci capire il valore della Pace a costo della stessa vita dei ragazzi che sono impressi dietro di me?
Una retorica autoreferente che oggi ci mette di fronte alla guerra, che sta vicino a noi nella sua dimensione fisica, quella delle bombe, ma che è già dentro di noi per le conseguenze economiche che stanno devastando le famiglie fragili e stanno mettendo in seria difficoltà le famiglie normali. Una paura sorda che sentiamo tutti e ci sbatte di fronte alla realtà che non può essere più quella della parata formale per celebrare il 4 Novembre.
Qualche giorno fa un amico mi ha raccontato che sua figlia è spaventata dalla guerra, le pone domande che solo qualche tempo fa pensavamo essere uscite dall’immaginario delle bambine e dei bambini. Pensavamo che quell’orrore fosse solo un esercizio di lettura da svolgere sui libri.
Ci siamo sbagliati e siamo anche complici di questo tempo al quale abbiamo dedicato poca attenzione, abbiamo lasciato che gli eventi accadessero senza fare la nostra parte. La Pace va alimentata ogni giorno, anche con i comportamenti individuali, con la critica, con la capacità di costruire un sentimento comune che condanni e rifiuti ogni atto violento, peggio se organizzato e finalizzato alla repressione degli innocenti.
In questo 4 Novembre parlare della gesta dei ragazzi di allora serva a poco se non siamo predisposti all’ascolto del messaggio di Pace che hanno voluto lasciarci. Siamo incastrati in un dibattito economico e stiamo trascurando il rischio che la guerra, questa volta, sarà devastante, forse definitiva, se non viene posto rimedio.
Un rischio che rende veramente inutile la retorica della Grande Guerra che terminava il 4 novembre del 1918. Trasformiamo la giornata di oggi in una domanda di Pace che deve partire dall’impegno delle nostre Forze Armate che fino allo scorso noi abbiamo ricordato essere un presidio di Pace in tanti teatri di Guerra. La loro competenza e formazione restino a disposizione della Pace.
Conclude il Sindaco con le parole del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana estratte dalla sua lettera di appello alla Pace pubblicata ieri:
“Le strade della pace esistono davvero, perché il mondo non può vivere senza pace. Adesso sono nascoste, ma ci sono. Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di percorrerle noi per primi, perché altri abbiamo il coraggio di farlo. Facciamo capire da che parte vogliamo stare e dove bisogna andare. E questo è importante perché nessuno dica che lo sapevamo, ma non abbiamo detto o fatto niente”.
