Roma – “Non svegliate Baba Roga”, l’ultimo libro di Isabel Russinova
di Emanuele Scigliuzzo
Roma – Modella quasi per caso, attrice di successo, donna elegante e di una bellezza senza tempo. Fino a qui probabilmente saprebbero tutti fare la descrizione corretta, ma superficiale di Isabel Russinova, che per gli appassionati del cinema e del piccolo schermo, ma anche del teatro, evoca ricordi bellissimi. Anche se Isabel Russinova ferma non ci sa stare ed è impegnata in una tournée teatrale.
Quello che in molti probabilmente non conoscono, è l’aspetto più intimo della personalità di un’artista a tutto tondo: la preparazione storica, la cultura, la curiosità e la sensibilità di Isabel.
Durante la sua carriera cinema e teatro diventano la sua attrazione principale, ma oltre a girare film cult, diventa conduttrice di programmi di successo come Disco Ring. Un’esperienza a Sanremo, sempre come conduttrice, ne attestano le capacità, la popolarità e l’affetto che il pubblico le ha sempre riservato. Per tre anni conduce Linea Verde, un programma che le permette di sfoderare quella curiosità che da sempre la caratterizza. Intanto, Isabel Russinova diventa giornalista, autrice di sette libri che affrontano tutti temi importanti, alcuni a carattere storico.
Due delle sue opere sono dedicate ai ragazzi perché la sua convinzione è che la cultura va instaurata nei giovani, per avere domani generazioni migliori. Tra i temi che toccano maggiormente la sua sensibilità, c’è la difesa delle donne. “Se ci fossero più donne al governo – ci dice Isabel – penso ci sarebbero meno guerre. Perché noi siamo più diplomatiche e giochiamo più con l’astuzia per risolvere i problemi.
Gli uomini invece, per istinto, fanno valere maggiormente la forza fisica e sono possessivi, per questo ci sono tanti, troppi femminicidi”. Ed è proprio una storia di donne che ispira il suo ultimo libro, pubblicato da Curcio editore e in vendita da luglio dell’anno scorso. Per la sua prima presentazione romana Isabel ha scelto la “Galleria dei Miracoli” che grazie al curatore della galleria, Raoul Bendinelli, ospita opere di vari artisti, proprio alle spalle del Santuario di Santa Maria dei Miracoli, in piazza del Popolo.
“Non Svegliate Baba Roga” è un’opera che accende i riflettori su una guerra che, nonostante fosse veramente poco distante da noi, è stata certamente seguita mediaticamente, ma in modo poco profondo, ci dice Isabel. In questo libro racconto la storia di due ragazze comunque di origini italiana, la cui vita sarà condizionata dalle scelte veramente dure a cui molte famiglie furono costrette nel dopoguerra. Tra queste famiglie, anche quelle di Mila e Anna, le due protagoniste: una si trasferisce in Italia, l’altra rimane in quella che poi è diventata la Croazia. Entrambe – osserva l’autrice – figlie di quella terra e di quel territorio, ma anche di quel dolore che ancora fa soffrire quelle famiglie. Figlie di una guerra, quella della ex Jugoslavia, che non è mai finita, e lo abbiamo toccato con mano nelle tensioni che si sono riaccese poche settimane fa. In tutte le guerre la donna ha sempre un ruolo di grande sofferenza, ma in quella guerra, ci fa riflettere Isabel, ancor di più, visto che si trattò di uno stupro etnico, una direttiva di quel conflitto, un modo di purificare la razza attraverso queste crudeltà. “Non svegliate Baba Roga” nasce proprio dal desiderio di raccontare quelle drammatiche pagine di storia già trent’anni fa, con un instant movie, un progetto che poi non si è concretizzato. Il libro voleva essere da monito all’Europa contro la possibilità del ritorno di una guerra ed era pronto prima della pandemia che ne ha ritardato l’uscita. Nel frattempo, è tornata la guerra.
Di Emanuele Scigliuzzo
Chi è Baba Roga?
È un genio del male. Nell’Europa dell’Est si dice che quando si risveglia Baba Roga si sveglia l’odio. E l’odio porta le guerre.
Ma Baba Roga non ha un antagonista buono che possa contrastarlo?
L’antagonista del male è sempre il bene, ma se gli uomini stuzzicano Baba Roga e non lo placano, non lo quietano, lui si fomenta e calmarlo è sempre più difficile, perché diventa devastante come un incendio che si alimenta e non si riesce ad arginare. Come le guerre. Solo gli esseri umani lo possono fermare, dipende da noi. In una delle tante leggende legate a Baba Roga, per tornare alle donne e ai governi, a domare questo genio del male è una donna, che lo ferma con l’astuzia, salvando il principe che parte per combatterlo. La donna che costruisce la casa, che genera vita non vuole la distruzione ed è spesso vittima di una mentalità maschile che tende a risolvere i problemi con la forza. Un modo di pensare e di impostare la società globale che ancora oggi non cambia. Pensate a quello che sta succedendo in Afghanistan o Iran, luoghi in cui il rispetto della donna è inesistente.
Da questa convinzione deriva la tua voglia di essere testimonial di Amnesty International?
Esattamente. La donna oggi ha bisogno di affermarsi e di difendersi e se è difficile farlo nei paesi sviluppati, dove comunque esiste un livello culturale, figuriamoci in luoghi dove la cultura manca o peggio, è monopolizzata dagli uomini.
Ed è sempre per lo stesso motivo che il mondo femminile sarà protagonista del T.H.E.R. – Thematic Exhibition On Human Rights?
Il festival, che normalmente si svolge a dicembre, sarà incentrato sul ruolo della donna, perché è necessario parlarne ancora, parlarne sempre. Queste sono delle urgenze di cui io sento di dovermi occupare. Bisogna rivolgersi ai giovani perché sono loro che dobbiamo allenare ad avere una mentalità diversa, che va smussata degli angoli che rendono la nostra società così dura, che esaltano questa differenza tra generi e che in alcuni punti del mondo è avvertita in maniera esponenziale.
La data per la presentazione di questo libro, ispirato a personaggi e fatti drammatici realmente accaduti, arriva quasi in modo casuale proprio tra il Giorno della Memoria e quello del Ricordo, in cui si commemorano le vittime della follia cieca dell’uomo, l’Olocausto e le Foibe, e a pochi giorni dal triste anniversario, il 24 febbraio, dell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. La storia si ripete dalla notte dei tempi e solo un cambiamento culturale può fermare questa ciclicità del dramma che l’uomo scatena contro sé stesso. “Sono 138 se non sbaglio, i conflitti nel mondo, possiamo dire di essere un pianeta in guerra, ed è terribile” – afferma Isabel Russinova. Nella Galleria dei Miracoli, per l’occasione saranno ospitati anche i disegni dell’autrice che definisce come pensieri ed emozioni che prendono forma. Un ulteriore tassello che completa un’artista dall’animo sensibile e dallo spessore umano raro.