Bianco, Rosso e… tanti auguri, Verdone: il grande Carlo compie 70 anni!
Ci sono persone che nella nostra testa non invecchiano mai. Carlo Verdone col suo faccione per tutti noi è immortale, eppure oggi compie 70 anni.
Nato a Roma il 17 novembre 1950, figlio di Mario Verdone, pioniere della storia del cinema in Italia: passione che poi, ha contagiato tutta la famiglia, in primis Carlo, ma anche il fratello Luca e la sorella Silvia, moglie di De Sica.
Verdone: capelluto, ironico, irrequieto, adora fin da ragazzo esercitarsi sul palcoscenico mimando i tipi della romanità quotidiana che incontra. Inizia con i cortometraggi all’inizio degli anni ’70 e nelle cantine del teatro di quartiere si scatena con una serie irresistibile di numeri da cabaret. Il resto è leggenda.
Lo nota Enzo Trapani al teatro Alberichino che nel ’77 lo inserirà nel cast del suo varietà demenziale “Non Stop”. Nel 1980 lo “adotta” Sergio Leone che con burbera severità ne accompagna i primi passi al cinema con “Un sacco bello”, che sarà un successo.
Bisserà il successo un anno dopo con “Bianco, rosso e Verdone” in cui si fa accompagnare da Elena Fabrizi, la celebre Sora Lella. Il comico è il suo marchio di fabbrica, ma Carlo insegue già percorsi più ambiziosi e segreti come si vede in “Borotalco” del 1982.
Nonostante la pressione punta a ritrovare i sapori della migliore commedia all’italiana e per questo avrà in Alberto Sordi un indispensabile mentore. Lavoreranno due volte insieme a regie alternate: “In viaggio con papà” e “Troppo forte”, tanto che il grande Alberto lo elegge a suo discepolo prediletto; ma Verdone sfuggirà presto da questa maschera puntando al cinema, lavorando in film di successo come “Compagni di scuola” o un film generazionale come “Il grande freddo”, per poi mettere in campo le sue passioni e le sue fobie in racconti personali come “Maledetto il giorno che ti ho incontrato” o “Ma che colpa abbiamo noi“.
Il gusto della battuta, con gli anni, non lo abbandona, ma crescendo si fa largo un timbro più disincantato e attento alla realtà. I suoi personaggi sono cresciuti con lui: hanno fatto carriera, hanno perso certezze e spesso il lavoro, hanno vissuto crisi matrimoniali e familiari, hanno guardato dentro se stessi, spesso costretti dalle circostanze.
Da attore/mattatore, Verdone, ha saputo scoprire nel tempo una dote registica abbastanza rara: la naturalezza. Nel suo cinema il personaggio è sempre al centro della scena, ma col tempo il regista Verdone ha saputo contenere gli eccessi dell’attore Verdone, avviandolo su nuovi sentieri e avvinandolo alla malinconia: come tutti i grandi comici Carlo non si annulla nella sua dimensione allegra, ma ama riflettere, accettare le proprie paure, valorizzando il suo essere un ‘fanciullino’ che non vorrebbe crescere ma sa che questo è il suo destino.
La romanità gli ha forse precluso palcoscenici internazionali all’altezza del suo talento, ma immaginarlo sottotitolato, fa perdere molto ai suoi celebri monologhi.
Carlo Verdone, classe ’50, dopo aver scritto sulla sua vita “La casa sopra ai portici“, è pronto ad una nuova avventura, quella di “Si vive una volta sola” film in uscita nel 2021 con Max Tortora, Anna Foglietta e Rocco Papaleo.
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