Albano, associazioni e comitati firmano richiesta di revoca per discarica Roncigliano
Albano – La firma congiunta dell’istanza ha avuto luogo ieri sera, giovedì 15 aprile, presso la stazione FS di Albano-centro, nella sede dell’associazione padrona di casa, ‘Vedere Altrimenti’.
Tra i firmatari figurano: il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Albano (Comitato Villa Altieri-Olivella, Comitato Montagnano, Comitato Musicisti-Miramare, Comitato Villaferrajoli, Comitato Pavona 1, Comitato Tor Paluzzi, etc); l’Associazione Latium Vetus di Pomezia, l’Associazione Italia Nostra sezione Castelli Romani, l’Associazione Legambiente – Appia Sud – Il Riccio; l’Associazione FabricaAlbano; l’Associazione Vedere Altrimenti; l’associazione La Città degli Alberi di Aprilia; etc.
“In realtà” scrive l’Associazione Salute Ambiente Albano-Cancelliera “l’istanza di revoca è stata già spedita dall’associazione Salute Ambiente all’Ufficio Rifiuti Lazio (guidato da Vito Consoli) lunedì scorso 12 aprile (come lo stesso Consoli ci aveva chiesto di fare nel corso della Commissione Rifiuti Lazio dell’8 aprile) e inviata per conoscenza anche alla direttrice temporanea dell’Ufficio Rifiuti Lazio, Wanda D’Ercole; al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi; e infine a sindaco e vicesindaco di Albano, Massimiliano Borelli e Luca Andreassi, e Vito Consoli. In mattinata però verrà inviata di nuovo, nella versione condivisa con l’associazionismo locale. Ci scusiamo per avere avuto poco tempo per rispondere ad altre realtà che pure si sono fatte avanti, ma il tempo stringe”.
“È utile ricordare difatti che l’Ufficio Rifiuti Lazio ha tempo fino al prossimo 30 aprile (quindi soli ulteriori 14 giorni) per revocare (in autotutela) la voltura del 31 ottobre 2019 con la quale l’Ufficio Rifiuti Lazio ha autorizzato il riavvio della discarica di Albano (almeno la parte relativa all’ex TMB, su cui il Gruppo Cerroni vorrebbe costruire un mega-’bio’gas) visto che la Riforma Madia (legge n.124/2015, art.21, comma 1) concede alle Pubbliche Amministrazioni soli 18 mesi di tempo per fare un passo indietro rispetto alle decisioni già adottate” conclude l’Associazione Salute Ambiente.