Albano, Italia Viva: “Rifiuti, bene organizzare gli ambiti ma siano più piccoli e dimensionati alle esigenze reali dei territori.”
Albano – Limiti legati alla complessità del problema – basti pensare all’enormità della situazione legata a Roma – ma anche e soprattutto alla assenza di una reale progettazione.
L’approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti ha rappresentato un passo in avanti in tal senso. Passo, però, che rischia di annullarsi se non si mettono a fattore comune una serie di azioni assolutamente propedeutiche all’attuazione del medesimo.
Ad oggi, il raggiungimento degli obiettivi di autosufficienza e smaltimento di prossimità rappresentano una chimera, vantando il Lazio e Roma in particolare la leadership nazionale per turismo di rifiuti, misurato in tir che ogni giorno abbandonano la Città e la Regione per andare a smaltire i rifiuti stessi in altre Regioni quando non addirittura all’estero. Disorganizzazione e assenza di progettualità che si traducono, inevitabilmente, in tasse altissime sulle spalle dei cittadini.
In tal senso la definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali, così come indicata nel Piano Regionale, vale a dire senza definizione della modalità di gestione degli stessi, rappresenta esclusivamente un esercizio di stile.
Siamo quindi convinti che sia giusto e indispensabile procedere alla definizione di una governance degli Ambiti, perché la questione dei rifiuti è una materia che non può esaurirsi a livello di singolo comune, ma deve essere valutata nella complessità del territorio. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda la programmazione impiantistica: gli impianti, infatti, rappresentano la nota veramente dolente della nostra Regione essendo questi pochi, obsoleti, talvolta troppo grandi e molto spesso orientati ad una raccolta dei rifiuti senza differenziazione alcuna.
Con la stessa convinzione, tuttavia, riteniamo che la suddivisione in ambiti, così come prevista dal Piano, non sia tale da garantire un’ottimale gestione dei rifiuti stessi. L’Unione Europea ci insegna infatti che gli Ambiti, per essere davvero distretti ottimali, devono essere il più possibile omogenei da un punto di vista urbanistico e sociale. Devono cioè avere dimensioni tali da costituire quella massa critica che consenta di mettere a sistema risorse e condividere esigenze andando nella direzione dell’efficacia, dell’efficienza e della sostenibilità ambientale. Non devono, quindi, essere così grandi da trasformare la dimensione in un problema o, peggio, in uno strumento per individuare impianti enormi, non integrati su un territorio le cui disomogeneità possano diventare il vero ostacolo di attuazione del progetto.
Certamente, dunque, la dimensione dell’ambito non può essere quello di Roma e Provincia. La nostra proposta è quella di consentire una suddivisione in subambiti, caratterizzati da dimensioni idonee, naturalmente coordinati tra di loro da un soggetto terzo. Subambiti in cui mettere a fattore comune le problematiche di raccolta e smaltimento ed in cui sviluppare un’impiantistica adeguata alle dimensioni ed alle esigenze dei territori, naturalmente collegati in una logica di sussidiarietà che permetta anche di ottimizzare il problema complessivo della gestione dei rifiuti. Una proposta da applicare sia alla Provincia sia alla Città di Roma.”
Lo dichiarano in una nota congiunta la consigliera regionale Marietta Tidei, il consigliere della Città Metropolitana di Roma Damiano Pucci e i coordinatori di Italia Viva della Provincia di Roma Luca Andreassi e Ileana Piazzoni.
Last Updated on 3 Febbraio 2022 by