Albano Laziale, la Romanità fuori Roma
Albano Laziale- Eccoci qui, in questa nuova rubrica tutta dedicata alla scoperta di un territorio favoloso: I Castelli Romani!
Tutti conosciamo quei paesini vicino Roma, solitamente si va per una veloce gita fuori porta. Ma davvero li abbiamo esplorati fino in fondo? Se siete curiosi di conoscere la loro storia e le innumerevoli attrazioni, culturali-naturalistiche e culinarie, siete nel posto giusto.
Per comprendere bene ogni località dobbiamo conoscere la sua storia, che passa anche attraverso i sapori dei suoi piatti tipici, ma dobbiamo anche porci tante domande.
Il nostro primo viaggio inizia da Albano Laziale, nel cuore dei Castelli Romani che sorge proprio sull’Appia, una delle vie più conosciute costruite dai Romani.
E qui arriva la prima domanda: qual è l’origine del suo nome?
Una teoria attribuisce il nome al termine latino Albanum, così erano chiamate le tenute dei ricchi romani sui Colli Albani. Secondo una tradizione medievale nella zona sorgeva la vecchia capitale latina, Alba Longa, confermata anche dall’origine etimologica.
Usualmente il nome a alba (bianca) e longa (lunga) è ricondotto al bianco di una scrofa che indicò ad Ascanio il luogo dove stabilirsi ma probabilmente il significato più prossimo è quello di “altura” oppure “pascolo montano”. La denominazione Laziale è stata invece aggiunta solo nel 1873.
Cosa fare ad Albano?
Un suggerimento potrebbe essere quello di fare un giro sul lago vulcanico di Albano. Spesso conosciuto erroneamente come lago di Castel Gandolfo, con percorsi interamente percorribili a piedi attraverso vari sentieri, offre un’opportunità interessante per scorci paesaggistici indimenticabili.
I più avventurieri potranno ammirarlo anche con un bel giro in canoa, mentre per chi vuole godersi una giornata di puro relax è disponibile il giro con un battello elettrico.
La cittadina è sommersa di storia, lo possiamo comprende già dal suo nome. Sul territorio, infatti, sono presenti molti monumenti risalenti all’epoca romana, che dimostrano la sua importanza.
I Cisternoni, risalenti al 202 d.C. e costruiti dagli architetti della II Legione Partica, fondata dall’imperatore Settimo Severo nel 197, servivano per assicurare l’approvvigionamento idrico alla popolazione. Di valore culturale per la loro grandezza e perché ancora funzionanti, furono anche riutilizzati alla fine del XIX secolo per irrigare i campi e come riserva di acqua potabile.
Attribuita sempre alla presenza della Legione è la Porta Pretoria che si trova nel centro della cittadina e che un tempo costituiva l’accesso principale dell’accampamento.
Il ritrovamento è stato riportato alla luce dopo i bombardamenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. La Porta, con tutta l’intera città, ci mostra e ci restituisce l’immagine di come erano organizzati gli antichi romani e come funzionassero i loro insediamenti. Questo fa capire come sia importante la rivalorizzazione e il recupero della storia e della cultura.
Per continuare ad assaporare la romanità, si può visitare l’Anfiteatro Severiano: sembrerebbe risalire alla metà del III secolo, costruito vicino l’accampamento della II Legione per concedere ai soldati momenti di svago.
Il più grande del Lazio con una capienza di 16.000 posti, fu denominato “Il piccolo Colosseo”. Poi, durante il Medioevo divenne una cava per il recupero di materiali edili, essendo stato costruito in un banco tufaceo. Purtroppo, della costruzione originaria è rimasto ben poco. Inizialmente era un anfiteatro sviluppato su diversi livelli mentre, ad oggi, è possibile ammirare solamente il primo piano.
Non possiamo non citare il famoso monumento storico della tomba degli Orazi e Curiazi, un’opera che narra di miti e unica nel suo stile architettonico, caratterizzata da due torrette.
La tradizione la vede come portatrice della storia della città: luogo di sepoltura dei guerrieri che combatterono nel celebre scontro tra Roma (Orazi) e Albalonga ( Curiazi), non fu una battaglia tra eserciti ma un duello tra i tre guerrieri più forti delle relative frazioni, dove Roma ne esce vincitrice. È una leggenda che, al tempo odierno, potrebbe farci riflettere.
In realtà il sepolcro sembra essere stato costruito nel I secolo a.C., posteriormente lo storico combattimento, e considerato come una ricostruzione della tomba di Arunte (condottiero etrusco). Infine, nel 1812 Antonio Canova commissionò la sua ristrutturazione a Valadier e Provinciali, questo dovrebbe far suonare un campanellino di allarme nella nostra mente: se all’epoca fu considerato un grande monumento perché oggi risulta essere, in gran parte, sconosciuto?
Quanto ancora si può scoprire in questa cittadina, data forse per scontato?
Avvicinandoci verso la fine di questa nuova esplorazione, vi lasciamo con altri luoghi visitabili, ma non meno importanti.
Per continuare il percorso storico di Albano e comprenderne la sua importanza a 360°, possiamo raggiungere il Santuario di Santa Maria Rotonda, costruzione romana risalente al I secolo che sembrerebbe essere un ninfeo collegato alla villa di Domiziano, o un tempio. Fu poi convertito ad uso Cristiano.
Ci sono poi le Catacombe di San Senatore, le uniche insieme a quelle di Grottaferrata sul territorio dei Castelloi Romani. Si trovano al di sotto della Chiesa di Santa Maria della Stella, dove possiamo apprezzare iscrizioni sepolcrali pagane e cristiane oltre a diversi affreschi. Una visita sicuramente suggestiva.
Come abbiamo detto in apertura, per conoscere davvero un luogo bisogna assolutamente assaggiarne i prodotti tipici. E allora dopo una bella passeggiata potrete concedervi un delizioso piatto di costolette di abbacchio fritte e panate, la coratella con i carciofi, il baccalà alla pirocca e infine dei broccoli attufati.
Non stancatevi mai di esplorare!
FOTO:FONTE WIKIPEDIA