Castel Gandolfo, Milvia Monachesi replica alle accuse che le sono state mosse sulla presunta mancata trascrizione dell’ultimo Consiglio Comunale: “nei miei riguardi accuse false e infondate”
Castel Gandolfo- Giunge puntuale la riposta della Sindaca Milvia Monachesi che in un lungo e articolato post condiviso su Facebook risponde alle accuse, riguardo la presunta mancata trascrizione del dibattito avvenuto in Aula durante l’ultimo Consiglio Comunale, che le vengono mosse dall’opposizione e più in particolare dal gruppo Pesca composto dalla presidente del Consiglio Comunale Marta Toti e dall’ex assessore Bruno Camerini in un botta e risposta che passa sia sui social che al di fuori di essi in i quella che sembra essere l’inizio di una campagna elettorale in piena regola che non lascia sconti a nessuno su entrambi i fronti.
L’accusa è stata rilanciata all’esterno del Consiglio anche dall’ex primo cittadino Maurizio Colacchi che sembra aver saldato un’alleanza con Toti e Camerini anche in vista delle elezioni amministrative che si terranno l’anno prossimo nel piccolo comune dei Castelli.
“L’ultima accusa, falsa come le precedenti , non è rivolta soltanto all’Amministrazione Comunale e alla mia persona, ma mette in discussione anche la professionalità della Segretaria Comunale, stimata dirigente di provata professionalità e correttezza, accusata di essere venuta meno ai suoi doveri istituzionali, per coprire delle ipotetiche parolacce che io avrei detto durante un Consiglio Comunale.” Scrive la Monachesi sui social nel suo lungo post in cui spiega la propria posizione e rigetta le accuse che le vengono mosse anche su presunte volgarità e parolacce da lei proferite durante quello che sembra essere stato un animato dibattito in sede di Consiglio.
“Cosa ridicola– aggiunge- perché chiunque conosca la dirigente sa che non farebbe nulla che non fosse più che legittimo, e perché il fattaccio che avrebbe dovuto coprire non è mai avvenuto. Per capire quanto possa essere pretestuoso questo attacco alla trasparenza e alla democrazia basta ricordare che tutti i Consigli Comunali sono video registrati e pubblicati on line, sia in streaming simultanea che in differita, e che il link è inserito nel sito istituzionale del nostro Comune, consultabile in qualsiasi ora o luogo .La Segretaria Comunale, ha dovuto ribadire anche nell’ultimo Consiglio Comunale, di aver agito in base al Regolamento del Consiglio Comunale che all’art. art. 28 prevede l’obbligo della conservazione agli atti le trascrizioni delle discussioni.
La scelta di pubblicare o meno le trascrizioni in aggiunta ai video è una sua prerogativa che ha scelto di non considerare per il Consiglio del 2 agosto scorso, per rispondere nel modo più appropriato all’art. 52 del regolamento del Consiglio Comunale, che prevede che non possono inserirsi nel verbale dichiarazioni ingiuriose.
Questo perché avrebbe dovuto valutare in modo soggettivo (e quindi facilmente contestabile) pagine e pagine di discussione, decidendo quali espressioni stralciare e sostituire con altrettanti “omissis”. Ha peraltro concordato questa modalità con la Presidente del Consiglio che ha sottoscritto le stesse delibere che ora contesta. Per capire le difficoltà della Segretaria occorre chiarire che dal momento in cui il gruppo Pesca è passato all’opposizione, le sedute di Consiglio Comunale sono diventate un pulpito e un’occasione per interventi interminabili, senza più rispetto né dei punti da trattare e né dei tempi previsti dal regolamento.
In Consiglio le affermazioni ingiuriose non sono state certamente le mie, e invito chi vuole a vedere il Consiglio incriminato, o uno a caso dal febbraio 2020 ad oggi per capire chi dice la verità e chi mente, perché posso affermare con sicurezza di avere sempre mantenuto i toni bassi anche a fronte di attacchi troppo spesso personali. Nel Consiglio Comunale del 2 agosto la Presidente del Consiglio ha riportato molto a modo suo un acceso diverbio avvenuto tra noi in una riunione dei capigruppo (non in Consiglio Comunale quindi e in una riunione non pubblica) nella quale ho effettivamente perso la pazienza e detto una parola non consona.
Nel riportare questo fatto la Presidente si è lanciata in un’arringa in base alla quale avrei dovuto essere perlomeno arrestata, alla quale io ho risposto scusandomi pubblicamente per aver perso la pazienza, citando la parola incriminata per far capire di cosa in realtà stavamo parlando, e spiegando come l’eccessiva e continua aggressività della Presidente mi avesse portato a quell’epilogo.
Ma mentre io in Consiglio mi sono scusata pubblicamente, la Presidente si è ben guardata dal farlo. Quindi rigetto nel modo più assoluto le accuse di non rispetto dei principi di trasparenza e democrazia, assolutamente infondate e pretestuose .Considero invece molto grave, nuovo e preoccupante che si arrivi a coinvolgere l’operato di una più che corretta e stimata Segretaria comunale soltanto per una bieca strumentalizzazione politica”.