Celiachia o sensibilità al glutine?
Cari lettori, in questo articolo tratterò della celiachia. La malattia celiaca è un’enteropatia immuno-mediata cronica del piccolo intestino; si tratta cioè di una patologia intestinale che coinvolge il nostro sistema immunitario e che è scatenata dall’esposizione al glutine in soggetti predisposti. Tale malattia porta all’atrofia dei villi intestinali nel tenue, causando malassorbimento ed altre manifestazioni cliniche, che compaiono tanto nell’infanzia quanto nell’adulto.
CHE COS’È IL GLUTINE? Il glutine è una particolare classe di proteine, dette anche prolamine, che si trovano in alcuni cereali come il frumento, l’orzo e la segale ed in altre graminacee. Anche il bulgur, il farro, il seitan, il kamut, la triticale e spelta ne contengono una buona quota. L’assunzione di questi cereali porta ad una flogosi cronica e lesioni dei villi intestinali, con malassorbimento di molti nutrienti. Tali manifestazioni cliniche scompaiono nell’arco di qualche settimana con l’eliminazione totale dei cereali contenenti glutine.
Questa malattia si può manifestare a qualsiasi età, anche in età adulta. Spesso la malattia celiaca ha una sintomatologia molto sfumata e variegata, non specifica solamente del tratto gastrointestinale. Patologie a livello epatico, cutaneo, neurologico, endocrino, cardiovascolare e locomotore, per non parlare delle patologie autoimmuni, sembrerebbero essere spesso associate alla malattia celiaca. Per la varietà di manifestazioni cliniche, tale malattia è definita la “grande imitatrice”.
Due sono i fattori scatenanti la malattia; il fattore ambientale e quello genetico. L’esposizione continua al glutine rappresenta il fattore ambientale scatenante. Il fattore genetico è molto importante, perché determina la propensione ad esprimere tale malattia.
La malattia celiaca ha una forte impronta genetica e risulta tra le malattie più frequenti, su base genetica, che si conosca. E’ stata riscontrata una forte associazione della malattia celiaca con alcuni geni del complesso HLA, DQ2 e DQ8. La presenza di questi alleli rappresenta un buon indicatore di predisposizione alla celiachia ed è essenziale per l’espressione della malattia stessa. Al contrario, in assenza di queste varianti geniche la malattia celiaca si esprime molto raramente. Essendo una malattia genetica, è importante estendere le procedure di screening ai parenti di primo e secondo grado dei soggetti celiaci.
Nel corso degli ultimi anni è stata indentificata, anche, una sindrome con sintomi simili alla malattia celiaca. Diarrea, distensione e dolori addominali, dolori articolari, emicrania, astenia, rash cutanei ed anemia sono le manifestazioni più comuni. Si tratta della sensibilità al glutine. Questa, tuttavia, non ha una base genetica di espressione, ma si manifesta con la ripetuta ed eccessiva assunzione di glutine nella dieta. Viene coinvolto un diverso meccanismo immunitario, che porta comunque ai medesimi sintomi. Solo con test sierologici ed istologici è possibile discriminare se si tratti di celiachia o sensibilità al glutine.
In entrambi i casi, l’unica terapia possibile è l’esclusione totale, dalla dieta, di cereali contenenti glutine. Nel caso della celiachia, tale esclusione è permanente ed irreversibile. Ciò determina un forte impatto nella vita sociale e lavorativa, con condizionamenti sulla qualità della vita della persona.
Per questo è importante un percorso di educazione per affrontare e risolvere le problematiche nutrizionali.
A presto!
Dott.ssa Cristina Mucci – Biologa Nutrizionista