Ciampino, nel giorno in cui la tutela dell’ambiente entra nella Costituzione, provocatoria richiesta di O’Leary
Ciampino – Secondo quanto riportato ieri dall’agenzia Ansa, l’AD di Ryanair, Michael O’Leary, annuncia che quest’anno il mercato italiano sarà al primo posto per la compagnia irlandese, scavalcando Spagna e Gran Bretagna. Per questo Ryanair si preparerebbe ad investire 2,5 miliardi in Italia.
In cambio però O’Leary si rivolge al Presidente Draghi con tre richieste. Se il Governo Draghi ubbidirà, O’Leary promette che investirà altri 2 miliardi in Italia, senza chiarire dove. Forse una minacciosa offerta di acquisire ITA, visto che è stimata tra 1,2 e 1,5 miliardi?
Ecco le tre richieste di Ryanair:
- togliere le restrizioni a Ciampino, in sostanza Ryanair chiede al Governo di rinnegare le leggi dello Stato, le Norme Comunitarie, il Decreto Ministeriale n. 345/2018 su Ciampino del Ministero della Transizione Ecologica, l’indagine Comunitaria EU Pilot 6876/14/ENVI e le sentenze del TAR Lazio e del Consiglio di Stato che, dall’ottobre scorso, hanno imposto giuste (e non ancora del tutto applicate) restrizioni al numero dei voli e all’operatività nell’aeroporto di Ciampino.
Poca cosa per O’Leary, considerato che – venendo comunque sconfitto – sulla vicenda di Ciampino ha portato di fronte al TAR e al Consiglio di Stato Il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della Transizione Ecologica, Il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, il Presidente della Regione Lazio, il Comune di Marino, l’ENAC e Aeroporti di Roma SpA.
Avendo perso sul campo in Italia ed essendo probabilmente in difficoltà con la concorrenza nei più forti mercati inglese e spagnolo, sembrerebbe che l’AD di Ryanair tenti adesso di vincere a tavolino la partita italiana persa in tribunale, gettando sul tavolo del Governo discutibili promesse e una posta tutta da verificare.
- abolire per tre anni la tassa addizionale comunale sui passeggeri imbarcati. Si tratta dell’IRESA “Imposta regionale emissioni sonore aeromobili”, di 6 o 7 euro a passeggero, destinata in parte ai Comuni aeroportuali. È una cifra minima ma toglierla equivarrebbe per Ryanair a poter aumentare un po’ le tariffe a fronte della riduzione “psicologica” del costo del biglietto agli occhi del cliente. Una sorta di promozione pubblicitaria a spese dello Stato.
- sospendere le tasse ambientali sui voli a corto raggio nella UE. Infatti, il Governo ha introdotto una tassa di 30 euro per i voli di meno di 350 Km e vietato i voli sulle tratte che possono essere coperte in 3 ore dal treno. Una scelta governativa inevitabile, se vogliamo contenere i cambiamenti climatici, che sta favorendo lo sviluppo di partnership fra compagnie aeree, aeroporti e treni, espandendosi a macchia d’olio. Esempi significativi sono quelli della portoghese TAP e della compagnia EVA Air di Taiwan, ma anche di AdR che sta cercando di far arrivare stabilmente i treni Freccia Rossa e Freccia Argento di FS direttamente a Fiumicino. Una razionalizzazione indispensabile che non piace a Ryanair, abituata a tenere in pugno i piccoli aeroporti e le destinazioni secondarie.
Chiediamo al Presidente del Consiglio e a tutte le Istituzioni coinvolte di respingere con fermezza questa ennesima provocazione di Ryanair.
Chiediamo che le istituzioni difendano le leggi nazionali, le Norme comunitarie e tutelino la salute e i diritti dei cittadini, garantendo l’applicazione delle sentenze definitive già emesse dal TAR Lazio e dal Consiglio di Stato per l’applicazione del DM Ambiente n. 345 del 18/12/2018 e il rientro nei limiti normativi dell’attività dell’aeroporto di Ciampino.