Ciampino, Rugghia su ex Cantina Sociale: “Molto fumo e tanto arrosto”
Ciampino – Riceviamo e pubblichiamo dall’ex sindaco di Ciampino e deputato Antonio Rugghia.
“Per capire come la giunta Ballico intenda risolvere l’annosa questione del rapporto pubblico – privato basta prendere come esempio la stecca della ex Cantina Sociale su via 4 novembre, quella con la Sala Consiliare, la piazza e la scalinata”.
“Premessa : la soc. ERRECI sull’ edificio deve spendere 1 milione e 120 mila euro in cambio di circa 17.000 mc di edilizia residenziale e commerciale ottenuti a via Reverberi”.
“Per completare l’ampliamento della biblioteca servono 150 mila euro, con questi lavori, nella parte della ex Cantina sociale su via 4 novembre, potremmo disporre di un polo culturale di oltre 1.000 mq escludendo la sala consiliare: la biblioteca 400 mq, la nuova ala della biblioteca 500 mq e la sala espositiva, che con i suoi 200 mq è l’unico edificio per la cultura attualmente a disposizione della città”.
“Se fosse stata rispettata la condizione posta dal Commissario Prefettizio (prima del rilascio delle licenze deve essere realizzata e collaudata l’opera pubblica) probabilmente questi lavori sarebbero già stati ultimati. Qualcuno dubita che la soc. ERRECI avrebbe fatto miracoli pur di ottenere prima possibile le concessioni edilizie? Invece, se tutto va bene ne riparleremo fra 4 anni, perchè questo è il tempo concesso dall’amministrazione comunale al privato per completare l’ampliamento della biblioteca, modificando la precedente condizione posta dal Commissario prefettizio”.
“Conclusioni : fra quattro anni la società ERRECI avrà costruito e venduto 70 appartamenti e 5.000 mc di commerciale per molti milioni di euro mentre ancora, per pochi spicci, non avrà completato la biblioteca comunale. E non avremo più neanche la sala espositiva, che sarà ceduta a un altro privato per metterci gli uffici di una banca: un atto predatorio, una cattiveria!”.
“In Italia i Comuni hanno il potere di espropriare per pubblica utilità. A Ciampino è invece riconosciuto ai privati il potere di espropriare edifici destinati, e da sempre utilizzati, a servizio pubblico”.