Come scegliere la protesi acustica, ovvero la protesizzazione perfetta
Tutto inizia con la consapevolezza di non possedere più un udito ottimale. Si inizia a far ripetere le parole ai nostri interlocutori, ad alzare il volume della televisione, a stancarsi più del solito quando si sta in compagnia di amici o parenti per riuscire a seguire i discorsi altrui, ed infine ad estraniarci quando si va al cinema, teatro o a messa (situazioni queste che al momento attuale, per via del Covid, rimpiangiamo).
E’ questo il momento in cui non dovremmo avere paura di affrontare il problema, allo stesso modo in cui ci mettiamo gli occhiali quando non riusciamo a leggere bene o a vedere da lontano, o quando indossiamo i plantari nelle nostre scarpe per affaticarci meno o ci appoggiamo ad un bastone allorquando la nostra andatura sia diventata incerta e traballante. E’ ovvio che una piccola protesi acustica non ci ridarà la “perfezione” ma sicuramente la qualità della nostra vita migliorerà in modo significativo. Per prima cosa quindi ci si deve affidare ad un medico otoiatra che possa seguirci in questo percorso che si rivelerà molto più semplice di quanto si possa immaginare.
La visita ORL è fondamentale per escludere la presenza di eventuali patologie dell’orecchio, la cui risoluzione porterebbe ad un miglioramento dell’udito, mentre gli esami funzionali (audiometria, impedenzometria ecc.) daranno il quadro esatto della perdita di udito e permetteranno di valutare se una protesizzazione sia conveniente o eventualmente sia più opportuno seguire una strada diversa. Il secondo step è rappresentato dalla scelta dell’audioprotesista.
Le attuali protesi in commercio sono tutte o quasi tutte di ottima qualità e perfette nel loro funzionamento, ma è il professionista che indicherà quale protesi sia più adatta al paziente, alla sua vita, al suo lavoro. È indiscutibile che un bambino che deve imparare a parlare, un musicista o una persona anziana la cui occupazione è esclusivamente seguire i programmi in TV necessitino di protesi acustiche diverse. Per questo la scelta dell’audioprotesista è un passaggio di estrema importanza e delicatezza, perché sarà lui, in quanto professionista sensibile e preparato a capire di cosa si abbia bisogno e consigliare quale tipo di protesi sia più opportuna, il modello, le caratteristiche tecniche e quali optional siano più adatti alle necessità del paziente.
È bene ricordare alcune regole base: una protesizzazione binaurale è sempre da preferire ad una monoaurale, perché ciò migliora la qualità dell’udito, aumenta di alcuni decibel la soglia uditiva e permette la stereofonia a cui siamo fisiologicamente abituati; le protesi acustiche consumano molta energia, anche perché in genere vengono utilizzate per almeno per 12 ore al giorno, e le batterie di cui si avvalgono hanno un prezzo elevato, quindi una soluzione potrebbe essere quella di acquistare un tipo di protesi acustica auto ricaricabile (come i cellulari).
Ciò permetterebbe di non rischiare di rimanere con le protesi scariche, per una banale dimenticanza, oltre ad un risparmio economico notevole. Infine chi è in possesso di certificazione di invalidità civile potrà avvalersi di una sovvenzione da parte della Asl. Sarà sufficiente far pervenire agli uffici competenti la documentazione necessaria, che permetterà di avere la fornitura protesica a totale carico della Asl o aggiungendo una quota avere una protesi più sofisticata o con più optional.
Quindi in conclusione non vi è alcun motivo “valido” per ritardare l’utilizzo di tecnologie che permettano di vivere meglio e con minor fatica; in genere si ha diffidenza ad utilizzare qualcosa che non si conosce. Ma non appena si è fatto il primo passo ci si accorge che non si potrebbe più tornare indietro e che vivere senza “ascoltare” sarebbe come vivere in un mondo in bianco e nero anziché colorato.
Dott.ssa Elisabetta Sartarelli
Medico Chirurgo
Sp. Otorinolaringoiatria; Sp. Audiologia
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Last Updated on 21 Marzo 2021 by Redazione 2