Covid-19 e malattia di Kawasaki: esiste una correlazione?
Nelle zone del Paese maggiormente colpite della pandemia, è stata osservata un’insorgenza maggiore della malattia di Kawasaki. Non è possibile stabilire se esista correlazione tra le due patologie, ma proprio perché ci si muove nel campo delle ipotesi, non si può escludere nulla.
A questo proposito, Angelo Ravelli, Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria, in una lettera inviata ai soci SIP – Società Italiana Pediatria, ha voluto sottolineare l’importanza di accertamenti accurati a pazienti con un quadro clinico che rientri in una delle due patologie. L’obiettivo è quello di riscontrare, il prima possibile, la presenza di una delle due malattie per iniziare le giuste cure.
Malattia di Kawasaki
La paotologia di Kawasaki (MK) è una malattia dei vasi sanguigni (vasculite) caratterizzata da una infiammazione della parete di alcuni vasi sanguigni del corpo umano, in particolare delle arterie coronarie, i vasi del cuore. Considerata come patologia rara, l’infezione colpisce, in Italia, 14 bambini ogni 100.000 ogni anno.
Sintomi
La MK si manifesta con febbre elevata per più di 5 giorni variamente associata ai seguenti sintomi: congiuntivite bilaterale (arrossamento degli occhi senza secrezione); alterazioni delle labbra e della bocca (arrossamento, secchezza, fissurazioni); eruzione cutanea; anomalie delle estremità (arrossamento del palmo delle mani e della pianta dei piedi e/o gonfiore delle mani e dei piedi, arrossamento e desquamazione dell’area del pannolino); tumefazione dei linfonodi del collo (monolaterale).
Questi sintomi posso essere di durata variabile, anche molto breve, e possono esordire in tempi diversi.
Qualche volta si associano altre manifestazioni della malattia (irritabilità, diarrea, vomito, dolori addominali, interessamento del fegato, delle articolazioni, della parete e delle valvole del cuore).
La lettera
Caro Collega,
ti scrivo nella mia veste di Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria per segnalarti che nelle ultime settimane è stato osservato, in particolar modo nelle zone del paese più colpite dall’epidemia da SARS-COV-2, un aumento della frequenza di bambini affetti da malattia di Kawasaki. In una percentuale non trascurabile di casi la malattia si è presentata con un quadro clinico incompleto o atipico e ha manifestato resistenza al trattamento con immunoglobuline endovena e tendenza all’evoluzione verso una sindrome da attivazione macrofagica, che ha richiesto trattamenti aggressivi e, non di rado, il ricovero in terapia intensiva. Una quota significativa di questi bambini con malattia di Kawasaki ha presentato, in occasione del ricovero o nelle settimane precedenti all’esordio, un tampone positivo per il virus SARS-COV-2 o ha avuto contatti con pazienti affetti. Alcuni sono risultati positivi alla sierologia per il Coronavirus, nonostante i tamponi fossero negativi. Non è chiaro se il virus SARS-COV-2 sia direttamente coinvolto nello sviluppo di questi casi di malattia di Kawasaki o se le forme che si stanno osservando rappresentino una patologia sistemica con caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki, ma secondaria all’infezione. Ciò nonostante, l’elevata incidenza di queste forme in zone ad alta endemia di infezione da SARS-COV2 e l’associazione con la positività dei tamponi o della sierologia, suggerisce che l’associazione non sia casuale. Queste segnalazioni rendono, quindi, opportuna un’attiva sorveglianza nei confronti di queste forme, al fine del loro pronto riconoscimento e del tempestivo trattamento. Per lo stesso motivo, è ragionevole ritenere che in qualunque bambino che si presenti in questo periodo con un quadro di malattia da Kawasaki debba essere esclusa con particolare attenzione un’infezione da virus SARS-COV-2. In considerazione della peculiarità e dell’importanza del fenomeno, il Gruppo di Studio di Reumatologia ha deciso di allertare la comunità pediatrica italiana sulla possibile insorgenza di una malattia di Kawasaki in bambini affetti da COVID-19 e di promuovere una raccolta dati di questi casi con l’obiettivo di caratterizzarne le manifestazioni cliniche, le terapie eseguite e l’evoluzione e di indagare il possibile ruolo causale del virus SARSCOV-2. Chi fosse interessato a partecipare e abbia osservato o osservi nel prossimo futuro pazienti con le caratteristiche sopra descritte è invitato a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “GIANNINA GASLINI” Via Gerolamo Gaslini, 5 16147 Genova – Italia tel. + 39 010 5636 1 | www.gaslini.org mettersi in contatto con Andrea Taddio (andrea.taddio@burlo.trieste.it) o Marco Cattalini (marco.cattalini@gmail.com), entrambi membri del Consiglio Direttivo del Gruppo di Studio. A chi aderirà al progetto verranno forniti le istruzioni e il protocollo per la raccolta dei dati. Con la più viva cordialità.
Prof. Angelo Ravelli – Segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia
Last Updated on 5 Aprile 2021 by