Droga – Roma, “Operazione Sottovuoto”: arresti anche a Pomezia e Ardea (FOTO e VIDEO)
Nelle prime ore di questa mattina, la Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Roma, a seguito di indagini coordinate da PM del gruppo reati contro il patrimonio e gli stupefacenti della Procura della Repubblica di Roma, ha eseguito 8 misure cautelari delle 11 emesse da GIP Tribunale di Roma su richiesta della Procura all’esito delle attività investigative, che hanno consentito di smantellare un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti operante nella Capitale.
Le indagini hanno confermato l’operatività del gruppo sul territorio capitolino, con particolare riguardo alla zona sud del litorale della Capitale nelle zone di Ardea e Pomezia.
L’indagine, complessa e laboriosa, ha interessato il periodo compreso tra maggio 2018 ed il mese di giugno 2019 ed ha consentito di raccogliere chiari elementi probatori a carico del gruppo criminale.
Le indagini condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile traggono la loro origine dall’arresto di un cittadino italiano incensurato di 37 anni per detenzione ai fini di spaccio di kg 9,415 lordi di sostanza stupefacente di tipo marijuana, suddivisa in 9 confezioni del peso di 1 kg cadauno, trasportati a bordo dell’autoveicolo condotto e di proprietà dell’uomo.
Considerata la non esigua quantità sequestrata, confrontata con la personalità dell’arrestato, è apparso fin da subito chiaro che il predetto stesse effettuando il trasporto di droga per conto di terze persone.
I successivi approfondimenti investigativi consentivano di individuare un gruppo composto da soggetti di nazionalità italiana ed albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti con base ad Ardea.
A capo del gruppo criminale vi era un albanese, meglio conosciuto con il nome di “Lele”, soggetto di notevole caratura delinquenziale il quale ad ogni trattativa di droga si recava armato di pistole con colpo in canna non esimendo, pertanto, il ricorso alle stesse in caso di necessità e mostrandola agli altri indagati al fine di suscitare terrore e timore negli stessi.
In particolare “Lele” si serviva di altri due soggetti albanese, Florian e Giorgio, i quali si occupavano di tutta la fase logistica delle trattive, in particolare fornire i mezzi per il trasporto della sostanza, fare da tramite con i fornitori ed individuare i luoghi di custodia degli stupefacenti.
Tra i vari luoghi di custodia era stata individuata un’azienda agricola in zona Laurentina i cui titolari si erano resi disponibili a fare da “rette” per gli albanesi.
L’indagine ha consentito anche di individuare il soggetto dal quale lo stesso Lele si riforniva, noto come Ermal, il quale era orbitante nella zona di Viterbo e poteva assicurare notevoli disponibilità di qualsiasi tipo di stupefacente, l’unico soggetto che lo stesso Lele temeva e che era in grado di intimorirlo come si evince dalle parole riferite dallo stesso Lele: “Io stavo per spararmi con quello di Viterbo, per questo mi sono raffreddato”.
In particolare sono state poste in esecuzione le seguenti misure:
– 2 ordinanze di custodie cautelari in carcere nei confronti di I.R. 38 anni e M.M. di 37 anni, entrambi cittadini albanesi e già detenuti per analoghi reati;
– 2 ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di due cittadini italiani, il predetto F.S. 37 anni e A.M. di 61 anni, nonché di 7 ordinanze di misura cautelare consistente nell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, anche queste a carico di cittadini italiani D.F.A di anni 59 e il fratello D.F.S. di anni 67 e M.M. di anni 29, nonché di cittadini albanesi E.L. di anni 25, F.A. di anni 34, N.E. di anni 33 ed il fratello N.A. di anni 31, questi ultimi attivamente ricercati.
Complessivamente, l’attività d’indagine ha permesso di sequestrare 1 pistola semiautomatica, compendio di furto, 30 kg. di marijuana, oltre ½ kg. di eroina, 37 gr. di hashish, nonché materiale per il peso ed il confezionamento delle singole dosi.