DSA, quei bambini o ragazzi con caratteristiche speciali
Sempre più spesso nelle classi scolastiche, fin dai primi anni della Scuola Primaria, troviamo ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, DSA appunto. Ma cosa vuol dire? Chi sono queste persone e quali sono i loro bisogni?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elisabetta Voltan, logopedista nel Centro Polispecialistico L’Albero della Vita di Genzano e Ariccia, che ci ha aiutato a fare chiarezza.
Dottoressa, chi sono i ragazzi con DSA?
Io amo definirli ragazzi con caratteristiche speciali. Nel mondo clinico si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento: Dislessia, quando la difficoltà è nella lettura; Disortografia o Disgrafia, nel caso della scrittura; Discalculia, quando ci sono problemi nel sistema numerico e nel fare i calcoli.
Tutti questi sono “disturbi” che non nascono da una scarsa volontà dei ragazzi, ma hanno un’origine neurobiologica, quindi sono di natura organica. Non si parla esplicitamente di ereditarietà, ma è più corretto definirla una familiarità, una predisposizione delle reti neurali.
In alcuni casi, invece, queste difficoltà possono derivare da un parto prematuro o problematico, da una gravidanza complicata, ma mai da traumi psicologici. Secondo i dati statistici, parliamo del 20% dei ragazzi presenti in ogni classe.
Parliamo di un trend in aumento?
No, i casi ora sono più numerosi perché sono migliorate le conoscenze scientifiche nella fase diagnostica, ma anche la capacità di intervenire su nati prematuri o parti difficili. I bambini DSA oggi possono essere individuati precocemente, spesso nell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia quando si valutano le abilità prerequisite alla Scuola Primaria.
Quello che può sembrare un problema che segnerà per sempre la vita di un ragazzo, non deve apparire come una montagna impossibile da scalare. Oggi gli studenti DSA raggiungono la laurea. Il premio Nobel per la chimica 2017, professor Dubochet, è dislessico.
Questo accade perché parliamo di persone con intelligenza e capacità cognitive adeguate, molto spesso con una spiccata creatività e una innata capacità a trovare strategie alternative, che però “fanno fatica” a utilizzare gli strumenti di apprendimento: la lettura, la scrittura o il calcolo.
Un tempo ciò era causa di abbandono precoce degli studi, ma con la Legge 170 del 2010 si è creato uno spartiacque, con la definizione di precise norme di intervento. Gli studenti DSA oggi sono certificati da un team composto da un neuropsichiatra, uno psicologo e un logopedista. Il riconoscimento permette loro di avere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per raggiungere gli obiettivi formativi con gli strumenti più adatti alle loro caratteristiche.
I DSA sono irreversibili, ma con il giusto approccio e lavorando nella maniera corretta, possono migliorare. Quello che conta però, è che questi ragazzi vengano considerati per le loro capacità cognitive. Per esempio, un tema di uno studente disortografico, non dovrà essere valutato sulla base della forma ma solo del contenuto, che è quello che conta. Per gli errori ortografici ci sono ausili come il correttore automatico. Così come il dislessico dovrà essere messo in condizione di arrivare a una corretta comprensione del testo, facilitandolo nella lettura con libri digitali e programmi di sintesi vocale, ad esempio.
Quali sono gli aiuti che si possono dare ai ragazzi DSA?
In aggiunta ad un corretto percorso scolastico, è necessario il supporto di più figure professionali che devono fare rete tra di loro. Secondo le caratteristiche riscontrate e l’età del bambino o del ragazzo, possono intervenire logopedista, psicologo e tutor DSA. Tutti devono agire in sintonia, per questo meglio rivolgersi a centri specializzati come L’Albero della Vita dove sono presenti tutte le figure necessarie ad affrontare questi percorsi.
Che tipo di attività svolge il logopedista con i DSA?
Incontro i miei bimbi una o due volte alla settimana, la frequenza dipende dall’età e dal tipo di difficoltà. Attraverso attività ludiche, lavoro sui punti di forza del bambino con lo scopo di fornire gli strumenti per facilitarlo nelle attività scolastiche. Fondamentale è una diagnosi precoce perché rende più efficace l’intervento del logopedista che non deve essere percepito dal bambino come un nemico, ma come un alleato. Per questo personalmente cerco di fissare gli incontri compatibilmente con le attività sportive per esempio o preferisco saltare un incontro se il bambino ha una festa di compleanno. Sono necessari infatti la motivazione a lavorare e la concentrazione. Anche per questo gli orari degli incontri sono stabiliti valutando una serie di fattori. La freschezza mentale e la capacità di concentrarsi durante le attività restano fondamentali.