Gigi Proietti, il ricordo degli allievi: da Cirilli a Crescentini, da Verdone alla Rinaldi. E tanti altri
Carolina Crescentini, ricorda il suo primo provino con Gigi in tenero messaggio, ricco di amore e gratitudine:
“Il mio primo provino e’ stato con te.
Io una ventenne acerba, cagna disarmante, tu un signore che mi ripeteva brava brava anche se non era vero.
Ho sempre sperato di avere una seconda possibilità prima o poi, per poterti mostrare gli effetti fondamentali di una scuola di recitazione.
Ma non abbiamo fatto in tempo. Lo rifaremo Gigi, dall’altra parte.
Nel frattempo tu riorganizza tutta la situazione lassù, salutami Sean Connery e ricordagli che lui sarà pure James Bond ma tu sei Mandrake.
Fai buon viaggio.❤️”
Carlo Verdone, saluta “Mandrake” con una tenere foto e un dolce cordoglio:
“Oggi ci lascia un attore gigantesco. Sul palcoscenico tra i migliori se non il migliore. Enorme presenza scenica, maschera da attore dell’antica Roma, tempi recitativi sublimi. Era un volto che rassicurava che l’ identità di questa città ancora vive. Discepolo di Ettore Petrolini, forse più volte ha superato il suo maestro. Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti.”
Anche Gabriele Cirilli, ricorda Gigi raccontando un aneddoto con il suo papà:
“Gigi Proietti ha realizzato il sogno di un bambino, il mio. Nel ’92 sono andato a vedere “I sette Re di Roma” al Sistina con il Papà. A fine spettacolo, nel camerino, Gigi disse a mio Papà, chiamandolo “Sor Cirilli” di lasciarmi spiccare il volo. Mio padre mi ha lasciato poco dopo.
Gigi per me è stato un maestro, un amico, un secondo papà… mi hai regalato una vita, come artista e come uomo. I tuoi insegnamenti li porterò sempre con me Maestro! Ti voglio bene Gigi! “
Nadia Rinaldi, ricorda i suoi spettacoli con Gigi, ma soprattutto invita a intitolare il Teatro Brancaccio a Proietti.
“Per me, Caro Gigi, sei stato un maestro, un amico e un confidente. Con te era sempre festa. Il ricordo più bello che ho con te è la cena dopo lo spettacolo, una risata continua, uno show solo nostro. Mio Caro Gigi, spero che qualcuno ti ridia il “tuo” Brancaccio, intitolandotelo, Buon Viaggio.”
Anche altri due grandi artisti hanno voluto omaggiare il Genio di Proietti in dialetto romanesco.
Anna Foglietta lo ricorda con affetto:
“So’ distrutta..le lacrime me scennono e nun smetteno..te ne sei annato così, in quest’anno maledetto dar Signore, dove tutti semo ansiosi e preoccupati.. te ne sei annato e manco te potemo da’ quell’abbraccio che te saresti meritato, pe’ tutte le risate che c’hai regalato, pe’ tutta la spienseratezza che c’hai fatto provà..c’hai reso leggero er core e questo Giggi caro nun c’ha prezzo. Sei destinato all’immortalità , fattene ‘na raggione, e noi poverelli destinati a vive ancora su sto monno storto, nun ce resta che ricordasse de le battute tue, de li racconto infiniti, de la risata tua che rimbombava dappertutto.
Giggi sei nostro e sto passaggio infame all’artra vita, te deve accoglie co’ tutte le riverenze der caso, perché sei grande, come grandi erano l’applausi che la gente, er popolo, te faceva..nun finivano più, e te, co l’imbarazzo der pupo te ne stavi sul palco quasi ‘ntimidito.. eppure eri un re! Nun c’era er trono o er mantello de zibellino, ma tu c’avevi dentro la regalità de li signori… mettetevi in ginocchio perché Giggi nun ce sta più , e st’applauso mò deve sonà più forte de prima .
Con amore e stima infinita mio adorato Gigi” termina la Foglietta.
“Però ‘n se fa così, tutto de botto.
Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto.
Sentì drento a la panza strignese come un nodo
Sape’ che è la mancanza e nun avecce er modo
de ditte grazie a voce pe’ quello che c’hai dato
pe’ quello che sei stato, perché te sei inventato
un modo che non c’era de racconta’ la vita
e ce l’hai regalato così un po’ all’impunita,
facendo crede a tutti che in fondo eri normale,
si ce facevi ride de quello che fa male,
si ce tenevi appesi quando facevi tutto,
Parla’, balla’, canta’, pure si stavi zitto.
Te se guardava Gi’, te se guardava e basta
come se guarda er cielo, senza vole’ risposta.
All’angeli là sopra faje fa du risate,
ai cherubini imparaje che so’ le stornellate,
Salutece San Pietro, stavolta quello vero,
tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero.” Questo è il meraviglioso addio di Pierfrancesco Favino.
A chiudere questo lungo cordoglio, Enrico Brignano, allievo del Maestro Proietti.
“Ti guardavo…ti spiavo dietro a una quinta mentre recitavi per carpirti ogni segreto, ma il talento non ha segreti, è talento e basta. E tu ne hai a secchi.
Ho sempre cercato nei tuoi occhi l’approvazione: ero l’alunno davanti al maestro, quando c’eri tu tra il pubblico, anche dopo 30 anni di palcoscenico. E se faccio quel che faccio, è soprattutto grazie a te.
Sento un gran dolore dentro, ma so che è stato un privilegio starti vicino e devo farmelo bastare come consolazione.
Grazie di tutto, Gigi.
Sempre e per sempre.”
Di Flavia Arcangeli
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