I Castelli Romani si uniscono per lo smaltimento dei rifiuti
Lanuvio – La riapertura forzata della discarica di Roncigliano, imposta dalla sindaca Virginia Raggi, ha forse portato comunque a qualcosa di buono: una presa di coscienza da sempre auspicata e troppo spesso disattesa, da parte dei comuni dei Castelli Romani. Il nostro territorio, cosi frammentato, ma costellato di tante perle meravigliose, spesso vicine geograficamente ma lontane per mancanza di unità di intenti, potrebbe essere a una svolta decisiva.
La presa di coscienza per una necessaria costituzione di una identità forte che individui il territorio dei Castelli Romani, potrebbe nascere proprio dalla crisi provocata dalla riapertura di Roncigliano. Gli amministratori dei comuni di Albano, Ariccia, Genzano, Nemi, Velletri, Rocca Priora, Rocca di Papa, Frascati, Ardea e Lanuvio, comune che ha promosso l’iniziativa “Gestire e non subire i rifiuti è possibile”, si sono incontrati per avviare un progetto ambizioso ma necessario, per la salvaguardia della salute dei cittadini e per l’ambiente.
Nel suo discorso Mario di Pietro, Assessore all’ambiente del comune di Lanuvio, ha dichiarato: “I comuni del territorio dei Castelli Romani hanno raggiunto altissimi livelli di raccolta differenziata oltre che maturato una grande esperienza e conoscenza di quello che è il settore dei rifiuti.
Questo è un dato che non può essere ignorato, occorre quindi ragionare in maniera unita e trasversale, perché al di là delle differenze politiche, le problematiche e le eventuali soluzioni ci trovano spesso sulla stessa linea. Dobbiamo provare a alzare l’asticella e porci degli obiettivi che non solo ci aiutino a superare questa emergenza ma che ci consentano di evitare le prossime”.
E in effetti i comuni del territorio sono tutti fortemente impegnati in una gestione virtuosa della raccolta differenziata.
L’iniziativa che si vuole portare avanti è quella di chiedere alla Regione Lazione di autorizzare un Sub-ambito sui rifiuti che riguarda il nostro territorio, all’interno dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale), e di affidarne la governance ai comuni stessi. In questo modo ha spiegato nel suo intervento Luca Andreassi vice sindaco del comune di Albano “creiamo dei distretti territoriali che riescano a chiudere al proprio interno il ciclo dei rifiuti, con impianti integrati e di taglie adeguate al distretto. Impianti non inquinanti che valorizzino le frazioni dei rifiuti differenziate dai cittadini creando ricchezza e sostenibilità ambientale”.
“La grande partecipazione di oggi – ha osservato Andrea Volpi, vice sindaco del comune di Lanuvio – testimonia che stiamo andando dalla parte giusta, promuoveremo molto presto un secondo incontro e una proposta ancora più definita e dettagliata”. Sulla propria pagina Facebook l’associazione Ambiente Salute ha annunciato di aver inviato in Regione Lazio ed ai 4 comuni invitati in Conferenza dei Servizi (Albano, Ariccia, Ardea e Aprilia) delle osservazioni preliminari contro la richiesta di autorizzare, sul sito di Roncigliano, un nuovo e maxi-biogas da 80 mila tonnellate.
La richiesta, si legge nel comunicato, è stata avanzata il 22 luglio da parte del “Gruppo Cerroni (società Colle Verde affittuaria del monopolista del settore Manlio Cerroni)”. Un biogas da 80mila tonnellate però non è necessario per trattare i rifiuti dei Castelli Romani che ne producono si legge nel post “a malapena 25mila”.
Ci domandiamo allora: perché costruire un biogas utile a smaltire una quantità del 250% maggiore rispetto alle reali necessità? Quali altri rifiuti si intenderebbero smaltire?
Emanuele Scigliuzzo