I Seminari di Prassi e Ricerca per il progetto ” La Nostra Buona Stella- Le Parole per Dirlo”, scegliere di uscire dalla violenza sulle donne

I Seminari di Prassi e Ricerca per il progetto ” La Nostra Buona Stella- Le Parole per Dirlo”, scegliere di uscire dalla violenza sulle donne

Ieri, per i Seminari di Prassi e Ricerca, si è svolto il primo dei due incontri “LE PAROLE PER DIRLO – scegliere di uscire dalla violenza sulle donne”.

Dopo i saluti di Angela Casaregola, capoprogetto de La Nostra Buona Stella, che ha presentato e ribadito il perché sia stato scelto il tema della violenza per questa due giorni di dibattito, ha parlato della nuova iniziativa “Educare all’Incontro” che verrà realizzata in – e con – le 8 scuole partner del nostro Progetto.

Antonella Panetta, vicepresidente di Prassi e Ricerca ed animatrice dei Seminari, ribadendo la volontà di aumentare la conoscenza su un argomento così sensibile come la violenza di genere ha ribadito come la conoscenza, l’informazione e soprattutto il corretto trasferimento di notizie e metodi per affrontarla siano le principali armi per sensibilizzare i giovani e tendere ad un futuro senza violenza. “Protocolli comuni, aggiornati e condivisi – ha detto Antonella Panetta – sono la prima e più importante arma che abbiamo per creare un approccio univoco ad un tema dirompente come la violenza, soprattutto familiare”.

Dopodiché ha presentato Carla Centioni, animatrice di Centri Antiviolenza, tra le esperte che hanno scritto la Legge regionale che, ancora adesso, è considerata tra le migliori a livello nazionale e che, soprattutto, oltre che con le donne ha lungamente lavorato con gli autori delle violenze in carcere.

“La nostra più grande sfida – ha detto Carla Centioni – è sempre far raggiungere la “consapevolezza del fatto” a chi ha compiuto la violenza. Spesso non capisce, addirittura non percepisce, la realtà del suo crimine”.

Secondo la Centioni, nelle situazioni di violenza, è centrale la parola, perché è solo attraverso questa che si sviluppa la fiducia che porterà poi la vittima di violenza a lavorare, aiutata, per uscire da una spirale negativa.

Ma perché la parola in situazioni di violenza sulle donne assurga a mezzo c’è ancora da lavorare per destrutturare il linguaggio che è nato e si è sviluppato quasi esclusivamente per essere adatto ad un mondo maschile.

Infatti il 19°secolo, definito il secolo dei diritti, non lo è stato compiutamente per le donne; in Italia la legge sulle madri che lavorano è del 1950 e, addirittura, solo nel ’96 la legge sullo stupro ha sancito il reato contro la persona e non contro la morale pubblica.

Le scuole possono e debbono essere centrali in questo cambiamento e queste notizie, inquadrate in un percorso organico di riscoperta anche delle grandi donne del passato, devono essere trasmesse ai ragazzi perché possano creare un nuovo approccio tra i sessi.

“Non si può parlare di violenza – dice Carla Centioni – se non chiariamo che il cambiamento culturale può, deve passare attraverso le donne ed il nascondere, o sottovalutarne, la loro importanza è uno dei primi atti di violenza”.

La scuola deve quindi essere propositiva nel far conoscere artisti, scrittrici, scienziate donne non in contrapposizione ma in una logica di esistenza e complementarietà con gli uomini.

In risposta a chi chiedeva se fosse possibile tracciare un identikit della tipologia di donna maggiormente a rischio violenza la risposta è stata lapidaria.

“Non esiste un profilo tipo. Esiste un problema”. Chiunque può essere oggetto di violenza all’interno della società e della famiglia.

E addirittura la tecnologia, che ha facilitato e velocizzato i rapporti, può essere controproducente per le persone vittime di violenza. Riscrivendo i rapporti attraverso il web stanno cambiando i paradigmi sociali e si stanno perdendo le relazioni personali in presenza e questo annulla l’impatto che il linguaggio del corpo ha sull’altro interlocutore rendendo, in alcuni casi più difficile interpretare i piccoli ma sempre presenti segni che identificano una possibile violenza o una silenziosa richiesta di aiuto.

E parlando dei Centri Antiviolenza sono stati presentati dati che lasciano sgomenti.

Il primo, più grande risultato dei Centri non è stato l’aiutare un numero X di donne maltrattate ma l’aver fatto emergere il reale numero delle violenze.

Paradigmatico in relazione a ciò è che Lazio e Lombardia abbiano il maggior numero di denunce, dato questo che, per Carla Centioni, è assolutamente positivo perché indica che le due Regioni sono mature e stanno affrontando il problema a fronte di altre realtà che statisticamente dovrebbero avere lo stesso numero di violenze ma in cui le denunce sono assolutamente inferiori di numero.

Altra “vittoria” dei Centri è che prima della loro diffusione le donne restavano in una relazione tossica mediamente per 10 anni mentre adesso, chi si appoggia agli esperti, riesce ad uscirne in 4. C’è più comunicazione, conoscenza e capacità, grazie all’informazione, di riconoscere il segnale sbagliato, la nota dissonante nella relazione.

E, in risposta ad una docente di una scuola media, è stato ribadito come i libri, la conoscenza siano una prima risposta e che gli educatori hanno il compito di aiutare i ragazzi ad avere una corretta conoscenza anche delle donne, presentando loro il contributo femminile allo sviluppo umano.

Come sempre, come la Nostra Buona Stella predica e realizza da anni, è attraverso la conoscenza che si realizza il futuro.

Il progetto “LA NOSTRA BUONA STELLA. Diritto alla crescita: costruiamo il nostro futuro” si propone di realizzare un insieme di azioni coordinate tra istituzioni locali, scuole, terzo settore e associazionismo per costruire un modello integrato di welfare community sul territorio dei Castelli romani per costruire una proposta educativa integrata, con al centro l’istituzione scolastica, che, assistita ed integrata dalle energie e dalle professionalità dei soggetti coinvolti, possa arginare i fenomeni di dispersione legati alla condizione personale e/o famigliare degli studenti e offrire una reale opportunità di crescita a tutto il sistema educativo territoriale e ai suoi destinatari.

Partner del progetto sono:

l’Associazione Arianna Onlus capo progetto

  Regione Lazio;

 Comune di Albano Laziale;

  Comune di Castel Gandolfo;

  Comune di Marino;

  CNR – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali;

  Scuola Media Statale Umberto Nobile;

  Istituto Comprensivo Albano;

  Istituto Comprensivo Dante Alighieri Castel Gandolfo;

  Istituto Comprensivo Antonio Gramsci;

  Istituto Comprensivo Primo Levi;

  Istituto Comprensivo Santa Maria delle Mole;

  Istituto d’Istruzione Superiore “Via Romana 11/13”;

  Impresa Sociale Borghi Artistici;

  Centro di ricerche e studi sui problemi del lavoro dell’economia e dello sviluppo – CLES srl;

  CRIF Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica;

  Gnosis Cooperativa Sociale Onlus;

  Fondazione Il Campo dell’Arte;

  Associazione di Promozione Sociale Il Colle Incantato;

  Marino Aperta Onlus;

  Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus;

  Punto a capo Onlus;

  SOS Teniamo Famiglia Onlus.

Last Updated on 28 Gennaio 2022 by

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Tutti i diritti riservati