“La pandemia peggiore del Secolo”
“Quel Ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto seni e golfi a seconda delle sporgenze e dei rientri, tra il San Martino e il Resegone”. Così il grande Alessandro Manzoni inizia il suo romanzo “I Promessi Sposi” per raccontare la storia di Lucia Mondella e Renzo Tramaglino. Il racconto abbraccia un periodo buio e fosco della città di Milano, schiacciata nella morsa della peste che colpì il capoluogo della Lombardia nel 1623 causando circa 20 milioni di morti.
Questo “Covid-19” o Coronavirus ha fatto riemergere le paure di contagi su larga scala. L’11 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica il Coronavirus come semplice epidemia influenzale, per dichiarare solo successivamente la pandemia. Ma quello che stiamo affrontando oggi non è il primo caso di pandemia che ha colpito l’umanità: diversi i casi che si sono registrati in passato, e che hanno falcidiato milioni di persone.
Una delle prime pandemie di cui si ha conoscenza è quella del V secolo a.C., cui seguì la peste di Atene, che colpì gran parte delle popolazioni del Mediterraneo Orientale. Seguirono poi il morbo di Giustiniano, la peste Bubbonica che colpì Costantinopoli, fino ad arrivare alla grande peste nera del 1300, la peggiore per la popolazione europea di allora, che ne uscì decimata.
Nei secoli successivi fu la volta del Colera, del Vaiolo, del Tifo e della Spagnola, una terribile malattia sviluppatasi a cavallo della Prima Guerra Mondiale, che causò circa 50 milioni di morti in tutta Europa.
Nella storia più recente, la paura ritorna nel 1957 con l’Asiatica e nel 1968 con l’influenza di Hong-Hong, simile alla precedente, che in due anni uccise circa 2 milioni di persone.
Ancora vive nel ricordo di tutti la Sars (Sindrome Respiratoria Acuta Grave), sviluppata nel 2003, e l’influenza Suina, con oltre 1 milione di contagi. Oggi registriamo il Covid-19.
Viviamo in un mondo globalizzato, mobile, e ne stiamo pagando le conseguenze. Ma bisogna constatare che il virus, in sé, non e malevolo: non è costituito da cellule, né da cervello e non ha volontà. Il virus è un microrganismo acellulare parassito obbligato, costituito da materiale genetico all’interno di un guscio protettivo, il cui unico scopo è quello di produrre copie di sé. Spesso tocca le persone più deboli che non possiedono più anticorpi. Il virus, in mancanza di nuove prede, inizierà a perdere la sua forza e forse finirà per scomparire. Per questo dobbiamo stare lontani gli uni dagli altri. Termino l’augurio che la serata sia come una ventata, nemmeno ti rivolti ed è già passata.
Marco Rinaudo