Lanuvio, taglio alberi in Via Giovanni Falcone per frane legati a eventi atmosferici
Lanuvio – L’Amministrazione comunale, in merito al taglio di alcuni alberi presenti nella scarpata di Via Giovanni Falcone, precisa quanto segue.
- Lo scorso 30 Dicembre 2019, a causa di raffiche di vento di potenza eccezionale, la scarpata di Via Giovanni Falcone è stata interessata da un evento franoso. A seguito di tale evento, l’ufficio tecnico, previa messa in sicurezza con transennamento dell’area, si è attivato chiedendo una consulenza al Geologo Pierluigi Cera e l’assistenza al Perito Agronomo Forestale Marco Andrielli ,al fine della valutazione dello stato dei luoghi.
- Dalla relazione geologica stilata dal Dott. Pierluigi Cera si è evinto che il fenomeno di smottamento è stato determinato dall’azione divaricante degli apparati radicali delle piante in corrispondenza di fessure ed dal peso degli alberi in corrispondenza del fronte frana.
Si è proceduto quindi ad una stima sommaria dei costi necessari per gli interventi di messa in sicurezza del versante, con relativa richiesta di inserimento degli importi necessari sul piano triennale delle opere pubbliche e quindi del bilancio di previsione 2021-2023.
Riscontrato che l’effetto delle precipitazioni atmosferiche ed il progressivo svilupparsi della vegetazione hanno determinato il progressivo aggravarsi della situazione aumentando la probabilità di ulteriori fenomeni franosi con conseguenti pericoli per ‘incolumità pubblica , su indirizzo del geologo incaricato e dell’agronomo che hanno seguito le operazioni sono stati disposti interventi di alleggerimento delle chiome delle alberature presenti. Al termine dei lavori sono state inoltre raccolte e smaltite diverse tonnellate di rifiuti emersi a seguito della trinciatura dei residui vegetali.
E’ fermo dovere dell’Amministrazione comunale porre in essere tutte le misure necessarie per prevenire i rischi che possano gravare o mettere a repentaglio l’incolumità pubblica. In seguito agli eventi franosi di dicembre 2019 il Comune di Lanuvio si è avvalso quindi delle consulenze professionali idonee a trattare il problema ed ha messo in piedi tutti i provvedimenti amministrativi per agire nel breve, medio e lungo periodo inserendo l’opera di messa in sicurezza della scarpata di Via Giovanni Falcone nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici. Spiace rilevare la passerella mediatica di alcune associazioni ambientaliste (non di Lanuvio) che hanno voluto giudicare la situazione attraverso le fotografie di qualche albero tagliato senza entrare nel merito del dissesto idrogeologico in essere sulla scarpata in oggetto. Siamo certi, che qualora fosse avvenuto il crollo dell’intero costone, le stesse associazioni sarebbero state pronte a gridare allo scandalo attaccando l’Amministrazione per non essere intervenuta tempestivamente.
Di seguito, nel segno della trasparenza, le relazioni redatte dal geologo e dall’agronomo che hanno seguito la vicenda.
Nella relazione geologica è contenuto quanto segue:
- Dalle analisi analitiche e dai dati scaturiti da letteratura si è evidenzia che il sito esaminato presenta situazioni di instabilità e pericolosità alta, in particolare il pericolo di scivolamento e rotolamento di cospicue quantità di materiale terroso e lapideo.
- Il crollo avvenuto il 30 dicembre 2019 dista un metro dal palo di pubblica illuminazione e della strada percorsa quotidianamente da residenti e cittadini.
- Nella parte superiore si notano, al di sotto del manto erboso, fessure di trazione che intaccate dalle acque meteoriche comportano sistemi disgiuntivi tali da provocare scivolamenti traslativi mentre nella parte sommitale la presenza di piante ad alto fusto (lecci) imprimono una forza sul terreno che lo rendono ancora più instabile.
- La forte pendenza della scarpata, nonché la presenza di piante ad alto fusto oltre ad appesantire terreno lo rendono instabile a causa dell’azione divaricatrice dell’apparato radicale che in associazione alle acque meteoriche provocano lo scalzamento e la discesa nella strada a valle di via dei Cavoni di materiale detritico associato a grossi massi rocciosi.
- A livello geomorfologico la roccia vulcanica (Peperino), al di sotto del manto erboso, si presenta sia compatta che fratturata e incoerente, con fessure di trazione che comportano sistemi disgiuntivi tali da provocare l’isolamento di blocchi rocciosi.
- Nella scarpata i blocchi rocciosi instabili creano situazioni di rischio permanente, pertanto si consiglia di mettere in protezione l’area onde evitare rotolamenti di blocchi massivi dell’ordine di >2 mc circa con il disgaggio degli stessi.
Alla luce delle considerazioni fatte si ritiene opportuno intervenire effettuando le seguenti opere.
- La bonifica e il consolidamento della superficie di scivolamento della scarpata, dovranno mirare al riequilibrio delle masse instabili, nel caso piu specifico il disgaggio dei massi instabili e il posizionamento delle reti paramassi del tipo Erdox o a sacco;
- Il disgaggio dei massi rocciosi pericolanti e in equilibrio precario, l’asportazione delle coltri di detrito sciolto deve essere eseguito da operatori qualificato con procedure di sicurezza secondo le leggi vigenti. (626/94).
- Durante i periodi piovosi si potrebbe formare una falda temporanea nei depositi di copertura del versante che potrebbero creare condizioni di instabilità, quindi è opportuno realizzare delle canalette di scolo a supporto delle opere di protezione;
- Siccome le reti paramassi con il tempo presentano problemi di scalzamento del materiale alla base, l’abbinamento dei prati armati (specie vegetali erbacee) permetterà di contrastare e bloccare i fenomeni di erosione del suolo e la rete di protezione manterrà nel tempo la sua efficacia.
- A tal fine per mettere in sicurezza la zona oggetto di studio si consiglia di intervenire con la costruzione di un muro a gabbioni con pietrame nella parte inferiore del sito, considerando la geometria dello stesso a piramide rovesciata con rete metallica e le caratteristiche granulometriche che lo comporranno dovranno avere pietrame di varia pezzatura.
Nella relazione agronomica è contenuto quanto segue: la componente arborea si è sviluppata su un terreno instabile e fortemente acclive con pericolo di frana e smottamento come avvenuto su una porzione della scarpata in data 30 Dicembre 2019. Gli interventi eseguiti hanno avuto lo scopo di eliminare le piante in precario stato vegetativo, quelle eccessivamente inclinate a rischio di crollo e cedimento improvviso e quelle in sovrannumero che a causa della loro mole aumentano l’instabilità del versante.
- ceduazione con diradamento delle ceppaie delle specie pregiate quali il leccio, l’olmo e la roverella.
- taglio alla base della ceppata di ogni alberatura che, per disseccamento, presenza di carie o forte inclinazione, risultava Instabile ed a rischio cedimento:
- taglio delle specie invasive, Robinia. (Robinia pseudoacacia).
- trinciatura sul posto dei residui vegetali e della frasca.