Lo stato delle foreste dei Castelli Romani, soluzioni e proposte
Castelli Romani – Il Comitato Promotore per il Parco Naturale dei Castelli Romani si è trasformato nel “Coordinamento Natura & Territorio dei Castelli Romani” e riunisce, oltre ai protagonisti della nascita del parco, anche associazioni e singoli volontari interessati alla tutela dell’ambiente. Uno degli scopi dell’istituzione del Parco è la salvaguardia degli habitat forestali. Attualmente abbiamo circa 8000 ettari di foreste di cui solo 1000 composte da alberi e arbusti autoctoni, il resto è quasi del tutto composto da ceduo castanile, cioè da coltivazioni monoculturali di castagno per produrre legname.
L’Echoteam del coordinamento, guidato dall’EcoIstituto RESEDA onlus ha classificato più di 1500 specie animali e vegetali, si stima che nella realtà ce ne siano circa 3000 in totale, di cui molte endemiche. Gli habitat forestali sono tra gli ecosistemi più estesi nel Parco dei Castelli Romani e vanno protetti in modo particolare, in modo integrale quelli autoctoni, in modo sostenibile quelli coltivati.
Purtroppo i Comuni non fanno ancora nulla per tutelare il nostro territorio in modo corretto, ne per curare gli alberi in area urbana ne per tutelare le foreste.
L’ultima vicenda avvenuta nel Parco dei Castelli Romani
L’ultima vicenda è accaduta nei boschi di Rocca di Papa, sulla catena delle Faete. Migliaia di alberi autoctoni come querce, aceri, tigli, carpini, corbezzoli, erica arborea e la rara sughera dei Castelli Romani sono stati tagliati. Nel marzo 2023, il Coordinamento, ha segnalato al Parco tale situazione che ha visto decine di ettari di flora spontanea venire distrutta.
Il luogo era uno di quelli che avevamo chiesto fosse salvaguardato con particolare attenzione in quanto, gli affioramenti rocciosi e la particolare esposizione, lo hanno reso l’habitat ideale di numerosi animali e un’area boschiva naturale molto simile a quella mediterranea di costa. In questo luogo, a causa di queste antiche colate laviche, gli alberi crescono lentamente, dei veri e propri bonsai naturali. Tutto questo è andato distrutto.
Il ruolo dei volontari dell’Echoteam
Domenica passata i volontari dell’Echoteam, dell’Alleanza per le Foreste e il coordinamento sono tornati sul posto sia per effettuare ulteriori rilievi sia per spiegare, alla sessantina di escursionisti partecipanti, la situazione delle foreste dei Castelli Romani.
Sono intervenute anche le guardie zoofile e ambientali dell’Accademia Kronos che hanno spiegato come fare le segnalazioni e le denunce di reati ambientali. La situazione trovata è stata pessima, i sentieri e il sottobosco sono ancora pieni di ramaglie che costituiscono, con questa siccità, un pericolo per gli incendi.
Le parassitosi rinvenute
Sono state rinvenute numerosi parassitosi causate dal taglio degli alberi autoctoni, soprattutto a scapito delle querce, e il suolo ha perso decine di cm di humus e senza la copertura arborea è stato “sterilizzato” dal sole. Questo è purtroppo uno degli effetti del ceduo, che già nei boschi di castagno crea problemi figuriamoci in un bosco naturale come quello distrutto.
Stasera il Coordinamento illustrerà i risultati scientifici dei vari studi e proporrà il Piano Forestale per i Castelli Romani e il Manifesto per la Salvaguardia delle Foreste. L’appuntamento è ad Albano alle 18.00 fino alle 20.00 presso la sede di FabricAlbano in via San Filippo Neri 15.
L’aumento del cemento
Purtroppo l’aumento del cemento ha fatto scomparire habitat naturali unici come gli scopiglieti dei Campi di Annibale descritti anche in antichi testi romani, ha dimezzato la superficie del bosco del Cerquone, uno dei pochi boschi planiziali del Lazio e unico ai Castelli Romani. Di fatto i boschi naturali ormai sono ridotti e isolati da strade e lottizzazioni, lo spazio per la vita naturale diventa sempre meno.
Senza il parco il territorio sarebbe stato di sicuro una colata unica di cemento e, anche se la presenza di questo ente ha posto un freno al consumo di suolo per l’edilizia, di certo ci aspettavamo azioni e risultati maggiori e su più fronti.