Marino, Claudia Ciceroni e Santo Andaloro: una politica del lavoro al femminile tutta da ricostruire
Claudia Ciceroni e Santo Andaloro, candidati per le prossime elezioni amministrativa di ottobre 2021 a Marino nella Lista delle formiche Energie Positive – Nuova Marino, presentano una loro comunicazione congiunta. La Lista che rappresentano fa parte del gruppo federato che sostiene la candidatura a sindaco di Carlo Colizza, assieme al M5S, la Lista Con Te Marino-Colizza Sindaco e la Lista Marino Verde e Solidale.
“Con questa riflessione congiunta” specificano i candidati al consiglio comunale Ciceroni e Andaloro “ci vogliamo soffermare principalmente sul problema della forbice sociale che vede sempre più ampio il divario dell’occupazione femminile da quella maschile, sia dal punto di vista quantitativo ma non di meno da quello qualitativo. Siamo di fronte ad una asimmetria di genere accertata legata al peso troppo spesso unilaterale della cura dei figli, dell’assistenza agli anziani e delle persone con gravi disabilità“.
“Siamo sempre più abituati” continuano i candidati Ciceroni e Andaloro “per oggettiva necessità a ‘sfruttare’ il welfare di risorse familiari e così il connubio donne/anziani e nonni/nipoti si sostituisce alla mancanza di politiche assistenziali rivoluzionarie rispetto a quelle che ci sono in campo. Per questo, immaginiamo strutture di assistenza comunali flessibili che diano respiro alle professionalità delle donne, professionalità a cui spesso le donne stesse devono rinunciare riducendo di fatto i rapporti di lavoro in partime con evidenti danni alla persona e alla famiglia.
E’ certo che interventi del genere, in particolare quelli economici – gender pay gap – possono e devono essere di competenza in ambiti sovracomunali ma una parte possiamo e dobbiamo farla anche noi e ci riferiamo soprattutto ad attività sinergiche con scuole, associazioni, con donne e uomini insieme per un cambiamento culturale e radicale, stigmatizzando con forza pregiudizi e promuovendo con determinazione le politiche che possano in qualche modo riequilibrare questa diversità nel tessuto sociale.
L’Italia e le donne non meritano di essere in coda alla classifica europea dell’occupazione femminile“.