Marino, De Felice su DL riapertura: “Serve più chiarezza sull’orario di chiusura dei bar”
Marino – “Siamo vicini ai titolari dei bar di Frattocchie, Cava dei Selci e Santa Maria delle Mole che stanno subendo gli effetti nefasti di una interpretazione eccessivamente restrittiva del Decreto Legge 22 aprile 2021, n.52 contenenti le misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da Covid-19. Tutto ciò a differenza di quanto sappiamo sta avvenendo tanto in altre zone del territorio comunale di Marino, quanto nei comuni limitrofi dove si sta dando alle norme una lettura più equa e attenta alle esigenze di tutti”.
“Siamo consapevoli del fatto che la scarsa chiarezza normativa non aiuta le forze dell’ordine impegnate quotidianamente nell’osservanza delle disposizioni di legge. In tal senso ci stiamo adoperando per fare chiarezza presso le sedi competenti, chiedendo uniformità di interpretazione in modo da tutelare una ripresa delle attività che sia il più possibile serena per categorie già sufficientemente gravate da oltre un anno di impedimenti e chiusure dalle quali ora, si deve uscire, tornando, pur nel rispetto delle indicazioni di legge, ad una normalità che sia sempre più reale. Tutto ciò in nome di una coesione sociale e di un rilancio dell’economia, elementi sui quali necessariamente si dovrà lastricare il cammino di uscita, speriamo definitiva, dalla pandemia”.
Così Gabriella De Felice, candidata sindaca della piattaforma Marino 2030 in una nota con la quale la coalizione informa dell’azione intrapresa volontariamente dall’avvocato Matteo Carta in seguito alle segnalazioni giunte per tramite dell’Associazione Commercianti di Frattocchie.
L’avvocato Carta, in tal senso, ha scritto al prefetto di Roma, al comando regionale e alla tenenza di Castelgandolfo, sede della Compagnia dei Carabinieri sotto la cui diretta competenza ricadono i due comandi presenti nel territorio comunale di Marino, informandoli dei fatti riferiti dai gestori dei bar, ad alcuni dei quali è stato contestato e sanzionato l’esercizio dell’attività di ristorazione dopo le 18, mentre ad altri è stata addirittura “paventata l’irrogazione di analoghe sanzioni in caso di apertura dopo le ore 18”.
A ballare, spiega Carta nella dettagliata missiva, sono due codici Ateco: il 56.1 riferito a quegli esercizi che somministrano alimenti con spazi esterni e il Codice Ateco 56.3 proprio delle attività prive di cucina che somministrano soltanto bevande.
L’avvocato Carta annota come di fatto nelle contestazioni di cui sono stati fatti oggetto i baristi, non si è tenuto conto del “combinato disposto tra il Decreto del 22 Aprile e quello del 27 Marzo tra l’altro, dell’art.4, comma 1, del D.L. 22 aprile 2021 e dell’art.27 del DPCM del 2 marzo 2021. Quest’ultima norma infatti uniforma tutti i servizi di ristorazione e ne fornisce una elencazione esemplificativa: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, mentre l’art.4 del D.L. del 22 aprile, come noto, ha esteso l’orario di apertura fino alle 22 per tutte le attività del settore, nessuna esclusa”.
E’ dunque proprio per chiarire la confusione normativa con la quale si sono trovati a confronto gli stessi rappresentanti delle forze dell’ordine sul territorio che l’Associazione Commercianti di Frattocchie ha ritenuto necessario interrogare le istituzioni superiori chiedendo espressamente di “fornire a tutte le autorità di Pubblica Sicurezza operanti sul territorio, una corretta interpretazione delle norme che disciplinano la materia e di fornire indicazioni precise per una applicazione conforme al dettato normativo”
Con ciò chiedendo in particolare “di confermare la possibilità per tutte le attività di ristorazione, con spazi per la somministrazione all’aperto e senza distinzioni per codici di attività, di restare aperti sino alle ore 22”.
Last Updated on 11 Maggio 2021 by Redazione 2