Pamela Pagano, un’artista contemporanea con uno stile unico
Da sabato 6 luglio apre i battenti presso la Galleria dei Miracoli a Roma, la personale di Pamela Pagano, artista definita post contemporanea. Il suo stile unico e particolarmente emozionante, ha attirato l’attenzione di importanti critici.
Di Emanuele Scigliuzzo
L’arte è qualcosa di talmente profondo che nasce nell’intimo più recondito di ognuno di noi e si esprime attraverso le parole su un foglio, le pennellate su una tela, nel dar vita a una scultura o tantissime altre forme. L’arte è la trasposizione dei pensieri trasformati in materia e per farlo, ognuno utilizza tecniche già consolidate, apprezzate e usate in determinati contesti storici che hanno dato vita poi ai movimenti artistici. Onde di pensiero frutto dell’estro degli artisti, delle capacità e dei talenti straordinari di nomi che hanno fatto la storia dell’arte, al punto da esserne diventati riferimento.
Ogni movimento aveva la sua particolarità dettata dal bisogno di comunicare qualcosa in particolare, dalle coscienze delle persone illuminate, dal bisogno e dalla voglia di provare nuove forme di espressione, evoluzione del passato, che in qualche modo ha comunque condizionato il futuro. Un processo naturale che avveniva in passato, rimasto immutato nel presente. Sarà così anche con l’arte contemporanea, che avrà forse maggiori apprezzamenti in futuro quando sarà sostituita dal prossimo movimento culturale che senza saperlo, sta già maturando negli artisti di oggi.
Forse è esattamente quello che sta avvenendo per Pamela Pagano che da sempre ha respirato e amato l’arte al punto di diventare restauratrice. Il suo talento lo esprime in opere realizzate in olio su tela attraverso una tecnica nuova e uno stile originale apprezzati e riconosciuti dai maggiori critici italiani, e che potrebbe esprimere o promuovere un cambiamento talmente forte, da dare vita a un nuovo movimento artistico. Pamela esporrà alcune delle proprie opere, quelle ispirate dall’Iliade, presso la Galleria dei Miracoli, diretta da Raoul Bendinelli, in via del Corso 528, in Roma, con la personale ILIO. Appuntamento per Il vernissage sabato 6 luglio alle ore 18:30, mentre la mostra sarà visitabile dal 7 al 20 luglio dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 11:00 alle 20:00, sempre con ingresso libero.
L’ispirazione per queste opere arriva dai testi omerici che Pamela Pagano dice “Vedo di grande attualità e dai quali possiamo trarre grandi insegnamenti. Il loro conflitto, i loro scherzi, i loro giochi sono comunque gli stessi nostri interiori. Rappresentano le nostre oscurità e la nostra luce, ma anche il libero arbitrio che spesso ci guida. I miti e le loro storie servivano a tramandare insegnamenti morali ed etici, io ho voluto riprendere questi personaggi nel loro intimo momento di umanità, che ognuno di noi potrà percepire e interpretare secondo le proprie emozioni”.
Il gioco di luci e ombre è valso a Pamela Pagano, l’accostamento a Caravaggio: “Si, non vorrei mai mettermi a confronto con un maestro assoluto come lui, ma nelle mie opere gioco spesso con il chiaro scuro, non così estremizzato come Caravaggio, ma è qualcosa che sento anche mio”.
“Le mie opere – ci spiega Pamela Pagano – contengono vari stili artistici tramandati dal passato, soprattutto della pittura, a partire addirittura dall’età ‘Ellenistica’. La mia passione per la storia dell’arte mi porta a studiare anche i cosiddetti pittori minori, conoscenze che poi influenzano le mie opere, pur riuscendo ad avere comunque un mio stile personale. Proprio per questa originalità, il professor Gianmarco Puntelli, critico d’arte, sostiene che sono un’artista proiettata nel post-contemporaneo”. Un riconoscimento che non mette pressione ma che anzi “[…] mi inorgoglisce tantissimo perché io ho scelto di non voler copiare nessuno stile che dipende dalla storia e dalla personalità di ciascuno. Io sono un’artista del terzo millennio, con prospettive e cultura diversa, quindi devo esprimermi in maniera nuova rispetto a chi mi ha preceduta”.
A caratterizzare lo stile di Pamela Pagano alcuni elementi che è possibile ritrovare in ogni suo quadro come “L’informale che è qualcosa di studiato, che ha sempre un significato, un compito da svolgere e non è mai buttato a caso, ma che vuole rappresentare qualcosa. Anche la tecnica di dare il colore è personale. Nei miei quadri cerco di dare armonia e bilanciamento, niente è lasciato al caso ma è frutto di uno studio e un’elaborazione mentale. In tutto questo però, non può mancare l’ispirazione”.
Uno stile per il quale Pamela non ha mai pensato un nome, ma che tuttavia “Mi permette di farmi sentire apprezzata come artista, ma quello che più mi rende felice è che la mia arte parla non solo agli esperti o agli addetti ai lavori, ma riesce a toccare le corde di tutti, anche delle persone più semplici e fuori dai luoghi convenzionali in cui siamo abituati a fruirne. L’arte del resto, è un linguaggio universale, trasversale e che possono comprendere tutti, senza bisogno di traduzioni o di cultura perché come immagine arriva diretta a chi la guarda, quindi ognuno può renderla propria”.
Arte che sembra essere viva e trasmette emozioni “Forse perché io mi sento come in un’altra dimensione quando dipingo e vivo ogni opera con un trasporto personale, con una passione tale che evidentemente arrivano sottoforma di emozioni a chi guarda i miei quadri. Opere che voglio essere un ‘très d’union’ con la filosofia ed esprimere una ricerca interiore e una spiritualità, elementi sempre presenti in quello che gli artisti cercano di comunicare, proprio come facevano i grandi maestri. Rimanendo nella mia unicità vorrei tramandare la cultura e la conoscenza unite a un’elevazione spirituale dell’anima”.
L’arte è ancora in grado di riuscire a provocare un cambiamento, di dare uno scossone forte alle coscienze? “Penso di sì, addirittura credo che il ruolo dell’artista contemporaneo sia proprio quello di risvegliare gli animi sensibili, assopiti, ma comunque presenti”.
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