Sistema Castelli Romani, Biblioteche Comunali hub di comunità
Il Sistema delle biblioteche comunali dei Castelli Romani oggi e come sarà nell’immediato futuro
di Claudio Chiavari
Il Sistema Castelli Romani Servizi bibliotecari, culturali e turistici (SCR) è un Ente locale costituito dai diciassette Comuni identificati come “Castelli Romani”. Una realtà ben diffusa su tutto il territorio, che copre circa 350.000 cittadini offendo loro oltre venti sedi tra biblioteche e punti prestito e un portale ben strutturato e accessibile (https://sbcr.comperio.it/).
Gestire, coordinare e valorizzare il patrimonio delle biblioteche comunali del territorio è solo una delle molteplici attività che svolgono, perché “[…] il mondo delle biblioteche comunali è diverso da quello delle biblioteche universitarie o di conservazione. È un mondo più vivace, più vissuto e quindi anche le competenze non devono essere solo quelle specialistiche”, ci ha detto Giacomo Tortorici, Direttore Generale del Sistema Castelli Romani, che abbiamo incontrato nella sede della Biblioteca Comunale di Genzano. “Le nostre biblioteche”, aggiunge, “non sono posti dove si studia esclusivamente, ma posti che vengono vissuti quasi a trecento sessanta gradi. Ad esempio, non si può pretendere il silenzio perché la presenza dei bambini è importante”.
Ci spiega, infatti, che tramite le scuole si ha la possibilità di avvicinare alle biblioteche anche le famiglie degli alunni, perché spesso questi piccoli lettori ci ritornano con i genitori e con i nonni. E sono proprio i nonni gli utenti più affezionati. Sono i principali animatori dei gruppi di lettura, sono coloro che frequentano le altre attività che questi luoghi offrono come, per citarne uno, i gruppi di maglia e uncinetto nati in alcuni sedi.
Ma c’è di più. Il Direttore ci parla di un progetto che vedrà la luce a breve in molte sedi: le biblioteche diventeranno “Centri di Facilitazione Digitale”. Nato dalle opportunità che il PNRR sta offrendo al nostro Paese, è stato sviluppato in ambito Regione Lazio, che ha individuato nelle Biblioteche comunali un luogo dove poterlo realizzare. Un protocollo che permetterà di avvicinare le persone con più facilità alla “cittadinanza digitale”, un concetto che richiama l’uso consapevole della tecnologia, anche come facilitazione nei rapporti con la pubblica amministrazione. Da questo progetto si attendono riscontri positivi.
Un servizio ulteriore che metterà ancora di più le biblioteche al centro della vita sociale dei singoli comuni. Già oggi è possibile accedere al patrimonio delle biblioteche di Roma, come di quello di tutte e tre le Università romane (La Sapienza, Tor Vergata e Roma tre); così come è possibile, tramite il servizio document delivery del CNR, accedere a pubblicazioni e articoli in ambito tecnico scientifico, biomedico, umanistico, giuridico e così via, nel pieno rispetto della legge sul diritto d’autore e dei contratti di licenza con gli editori.
“Venire in biblioteca, significa essere contemporanei. Si ha la possibilità di conoscere tutto quello che avviene intorno e si può anche essere aiutati. Inoltre, non si sta da soli perché si possono incontrare persone di tutte le generazioni che condividono quello che la biblioteca rappresenta”, sostiene Giacomo Tortorici, concludendo: “Venire in biblioteca significa vivere più compiutamente l’essere cittadino perché, usando un’espressione moderna, le biblioteche sono hub di comunità”.
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Last Updated on 12 Febbraio 2024 by Autore P