Valmontone, al via “L’arte da bere – Le dimore del vino”
Al via “L’Arte da bere – le Dimore del vino”, l’ambizioso progetto per la valorizzazione del turismo, realizzato dal Comune di Valmontone, insieme al Comune di Piglio e altri cinque soggetti pubblici (compresi l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e diversi istituti scolastici) e 13 soggetti privati, che si è aggiudicato un cospicuo finanziamento della Regione Lazio – di 144 mila euro, su un totale di 180 mila, classificandosi quindicesimo in graduatoria, su 91 presentati e solo 25 finanziati.
Si tratta di un’importante iniziativa volta a raccontare il territorio, attraverso la proposta di esperienze vinicole – in particolare: il prelibato Cesanese, il vitigno autoctono a bacca nera più rappresentativo del Lazio. Per l’occasione, ci sarà un testimonial d’eccezione: Roberto Cipresso, winemaker di fama internazionale.
“L’idea di fondo – spiega Giulio Pizzuti, Assessore alle attività produttive del Comune di Valmontone – è che il vino di un territorio sia espressione di diversità e ricchezza, portatore di identità collettiva e, al tempo stesso, veicolo di scambio e di relazioni ma anche richiamo all’autentico e al particolare. Degustando un vino pregiato, infatti, siamo spinti a chiederci: ‘Quale storia ci sta raccontando il prodotto di questa terra?’. Non è un caso che i due comuni (e gli ambiti territoriali) coinvolti siano Piglio, ‘capitale’ del Cesanese, la Ciociaria e Valmontone, entrambi noti per dedicare ciascuno una delle loro manifestazioni annuali di punta al vino e all’enogastronomia: Piglio con il ‘San Lorenzo Wine Festival’ e Valmontone con le sue ‘Armonie di ottobre’. Manifestazioni che peraltro ruotano attorno alle rispettive dimore storiche: il Castello Colonna di Piglio e il Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone”.
“In tal senso – sottolinea l’Assessore alla cultura del Comune di Valmontone, Matteo Leone – il progetto Arte da bere vuole dar vita a nuove narrazioni trasversali che, accanto e assieme al vino, raccontino con eventi culturali e artistici anche la storia dei grandi Mecenati (la Famiglia Colonna e il Principe Camillo Pamphilj) e dei grandi pittori legati a quelle dimore (Mattia Preti su tutti, nel Seicento), aprendo al contempo la possibilità di ‘dialoghi a distanza’ con la pittura contemporanea, rappresentata ad esempio da Piero Ricci a Piglio”.
“Due ambiti e due cluster – ribadisce il Sindaco di Piglio, Mario Felli – l’enogastronomia e, più in generale, il piacere di qualità a tavola, portatore di benessere, attraverso una serie di eventi culturali e artistici legati alla storia e alle specificità del territorio, con un secondo testimonial, Antonello Fassari, noto al pubblico nazionale per il ruolo di oste nella fortunata fiction I Cesaroni e il noto chef stellato Paolo Gramaglia, 1 stella Michelin, patron del ristorante President di Pompei”.
“Un progetto davvero ambizioso – conclude il Sindaco di Valmontone, Alberto Latini – che unisce due province e, soprattutto, punta a convogliare sul territorio gli oltre 8 milioni di visitatori che, ogni anno, vengono all’outlet di Valmontone. Insieme alla Promos, che è uno dei soggetti aderenti alla DMO, intendiamo distribuire una percentuale di quei visitatori sul territorio promuovendo così i nostri prodotti turistici, culturali, artistici ed enogastronomici”.
Ed è proprio dalla Sala dell’Aria di Palazzo Doria Pamphilj che tutti i soggetti coinvolti si sono incontrati, per la prima volta dopo la pubblicazione della graduatoria, per fare il punto della situazione ed avviare l’iter che porterà alla costituzione della DMO (Destination Management Organization), l’organizzazione senza scopo di lucro che si occuperà delle strategie della gestione coordinata di tutti gli elementi che costituiscono questa destinazione turistica. Angela Mattoni, del Consorzio i Castelli della Sapienza, è stata indicata come “Destination Manager” mentre, dopo la costituzione dal notaio, si provvederà a nominare le altre figure operative per partire quanto prima in modo fattivo.