Vegano o vegetariano?
Cari amici, sempre più spesso si parla di regime alimentare vegano e vegetariano.
La moda del vegetariano è talmente diffusa che negli ultimi anni sono nati negozi dedicati e interi reparti dei supermercati vengono riempiti di alimenti “animal free”. Troppo spesso si tratta di una moda, piuttosto che di una scelta etica.
Seguire la scia dell’eticismo vegano o, più genericamente, vegetariano non sempre paga. Una dieta del genere, infatti, per essere seguita senza provocare danni necessita di essere bilanciata da un bravo professionista che sia in grado di coniugare le esigenze metaboliche del corpo con
quelle etiche.
Prima di affrontare un argomento tanto spinoso, vorrei spiegare che cosa significhi mangiare vegetariano.
La dieta è vegetariana quando si escludono fonti di carne e pesce. A seconda del grado di esclusione dei cibi, la dieta vegetariana si riclassifica in: latto-ovo-vegetariana (con consumo di latte e uova, ma non di carne e pesce); latto-vegetariana (che esclude anche le uova); vegana o vegetaliana (che esclude qualsiasi fonte animale, anche il miele).
Tutti questi modelli alimentari si basano su un largo consumo di cereali, legumi, frutta e verdura e sono solitamente ricchi nell’assunzione di carboidrati, alcune vitamine, antiossidanti, fibre, sali minerali.
Sembrerebbero diete impeccabili, utili anti-age. In realtà, la letteratura scientifica non dispone di sufficienti evidenze cliniche per dimostrare l’effetto benefico di un regime alimentare vegetariano. Si può, senz’altro, osservare che i vegetariani (e non vegani) hanno un buono stato di salute rispetto ai non vegetariani (escludendo il regime mediterraneo, modus vivendi d’eccellenza).
Ciò è dovuto anche, a uno stile di vita più attento e coscienzioso e a un maggiore controllo del proprio peso: i vegetariani sono più attenti alla propria salute.
Mangiare tante fibre e niente carne aiuta, inoltre, il nostro intestino, selezionando una flora batterica non putrefattiva, che digerisce le fibre e produce sostanze (butirrato in primis) che fanno bene alla salute dell’uomo.
Noi, però, non siamo fatti di solo intestino. I vegetariani hanno livelli più bassi di acidi grassi, di ferro e di vitamina B12, che indicano uno stato carenziale, confermato anche da elevati livelli di omocisteina.
Seguire una dieta vegetariana diventa, quindi, salutare solo se correttamente pianificata con l’aiuto di un professionista che possa dare consigli utili, evitando stati carenziali. È necessaria, comunque e sempre, un’integrazione alimentare.
Per motivi di eco-sostenibilità ed inquinamento, ora si reputa necessario ridurre il consumo di carne e di pesce. Rimane, comunque, la necessità per l’uomo di alimentarsi in modo onnivoro.
La ricerca si sta adoperando per trovare fonti proteiche alternative, che derivano dagli insetti e da altri invertebrati. Non si tratta di una moda, ma di una necessità spinta dall’elevata crescita demografica mondiale e dalle poliedriche esigenze nutrizionali che contraddistinguono la specie umana.
Sicuramente, in un futuro non molto lontano, non ci sorprenderemo nel mangiare grilli a colazione.
A presto e buon Natale!
Dott.ssa Cristina Mucci – Biologa nutrizionista