Velletri, assolti i 3 poliziotti Penitenziari accusati ingiustamente da un detenuto tunisino di averlo picchiato: sentenza della corte d’appello
Velletri – Nel pomeriggio del 17.01.2022 dopo 11 anni di processi, la seconda sezione penale della Corte di Appello di Roma ha assolto a formula piena perché il fatto non sussiste i tre Agenti coinvolti nella triste vicenda che risale al giorno 10.02.2011 quando, l’Ispettore Capo Pagani Roberto e altri due Ass.ti Capo Fieramosca Carmine e C. G. (quest’ultimo purtroppo deceduto nel 2014 a causa di una brutta malattia) vengono colpiti da provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura della Repubblica di Velletri, a firma del Procuratore Capo Dott. Silverio Piro (deceduto anch’esso nel 2012 dopo una lunga malattia) con l’accusa in lesioni aggravate nei confronti del ex detenuto Ismail Ltaief.
Il detenuto in parola, a suo tempo aveva fornito accuse risalenti a fatti successi il 19 maggio 2010, affermando senza ombra di dubbio di essere stato ingannato dai i tre Agenti in servizio perchè volevano portarlo fuori dalla cella e percuoterlo brutalmente, come poi hanno fatto senza pietà tanto da ridurlo su una sedia a rotelle e ad alimentarsi con una cannuccia. Queste accuse hanno prodotto per i tre Agenti gli arresti domiciliari con la sospensione immediata dal servizio.
Dopo 2 anni e 8 mesi, precisamente in data 10.10.2013, il Giudice Dott.ssa Calvanese Raffaella del Tribunale di Velletri fissava un nuovo processo sul caso, conclusosi dopo un lungo dibattimento con la seguente sentenza: visto l’ art. 530 2 c c.p.p. assolve l’ Ispettore Capo P.R. e altri due Agenti di Polizia Penitenziaria, gli Ass.ti Capo F.C. e C.G. dal reato loro ascritto perche il fatto non sussiste. Assoluzione prevedibile ma tardiva.
Ad informare sul fatto sono i sindacalisti del Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria), Carmine Olanda e Ciro Borrelli che da sempre difendono gli Agenti di Polizia Penitenziaria che ogni giorno subiscono ogni tipo di soprusi svolgendo un lavoro delicato e pericolo. Come Sindacato – commenta Olanda e Borrelli – “Siamo stati sempre vicino ai colleghi seguendo tutti gli sviluppi della vicenda, appena abbiamo appreso la sentenza di assoluzione nei confronti dei colleghi abbiamo subito pensato al video pubblicato sul Web il 13 luglio 2011 dove si faceva il processo alle intenzioni, facendo passare i colleghi per aguzzini.
Nelle numerose udienze intercorse fino all’assoluzione, il detenuto Ismail Ltaief – che all’ epoca era ristretto nel carcere di Velletri per vari reati, oltre ad avere anche 16 nomi di copertura per evitare altre condanne a suo carico – continua Olanda – ha sempre cambiato versione dei fatti mettendo costantemente in difficoltà il Tribunale. Così come fino a ieri il Tribunale si interrogava sugli accadimenti perché non riuscendo a trovare riscontri oggettivi e prove concrete su quanto denunciato dal detenuto.
La cosa che riteniamo fuori luogo – continua Olanda – e che i tre Agenti nonostante siano stati assolti subendo in modo gratuito e senza fondamento la restrizione della libertà e la perdita della dignità e della fiducia dei propri conoscenti e la non credibilità del detenuto, il Tribunale di Velletri in data 13.10.2016 magicamente riapre il caso e colpisce nuovamente i tre Agenti, diventati due,( a causa del decesso dell’ Ass.te Capo C.G rinviandoli a giudizio per avviare un nuovo processo e ricominciare tutto da capo. Rimaniamo increduli e senza parole.
Allora ci domandiamo -concludono i sindacalisti – perché dopo Anni di indagini che hanno portato all’ assoluzione piena dei colleghi per la mancanza di prove a tutte le dichiarazioni e accuse fatte dal ex detenuto Ismail ltaief c’era la necessità di indagare su un ulteriore data pregressa, quella del 27 maggio 2010 con prima udienza al 09 febbraio 2017? Perché il Tribunale a sua interpretazione ha riaperto il caso?
Il sindacato SIPPE cercheremo risposte e comunque rimaniamo increduli e sbalorditi nel costatare e vedere dopo 2 anni e 8 mesi di indagini senza prove e con la assoluzione degli imputati, il venire fuori un’altra data molto lontana nel tempo, quella del 19 maggio 2010, per riaprire il caso e ricominciare tutto da capo (forse perchè il 27 maggio 2010 qualcuno presumeva che i tre colleghi imputati lavoravano insieme?)
Oggi finalmente – concludono i sindacalisti SIPPE Olanda e Borrelli – la seconda sezione penale della Corte di Appello di Roma mette fine alla bufera giudiziaria scatenata nei confronti dell’Ispettore Capo Pagani Roberto e degli altri due Ass.ti Capo Fieramosca Carmine e C. G. dando senza ombra di dubbio l’assoluzione a formula piena perché il fatto non sussiste. Con l’occasione auguriamo ai nostri colleghi e alle loro famiglie tanta serenità e soprattutto tanta forza per andare avanti. Un pensiero particolare al nostro collega C. G. che non c’è più.