Velletri, donna di Genzano 55enne 8 ore in attesa al pronto soccorso senza essere visitata. Il racconto del figlio
Genzano – Un lettore di Info segnala una storia che ha dell’incredibile. Il ragazzo.F.A. segnala: “ieri mattina alle 11 abbiamo portato nostra madre al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Velletri in preda a dei lancinanti dolori alla schiena.
Abbiamo lasciato la nostra congiunta al triage, e siamo andati via, per le norme anticovid non si può stare lì in attesa. Poco dopo ci ha comunicato tramite telefono che era stata messa su una lettiga – barella in una stanza del Pronto Soccorso insieme ad altri pazienti fermi lì da ore.
In serata poco prima delle 20 di ieri sera mia madre mi ha chiamato dicendo che ancora non era stata visitata e non gli era stato fatto nessun trattamento a distanza di 8 ore e ci chiedeva di andarla a riprendere per portarla in un altro ospedale.
Il medico di turno, una dottoressa di mezza età, non ci ha dato nessuna spiegazione, e ci ha trattato anche in malo modo, e non risultava nemmeno nessun foglio di accettazione diagnosi e cura, che abbiamo richiesto.
Così solo dopo le nostre rimostranze e la richiesta di portarla via, un medico, sempre donna che aveva da poco preso servizio dopo le 20 ci ha detto di attendere che avrebbe visitato subito lei nostra madre prendendola in cura e così in effetti è stato.
Ma io mi chiedo perché devono succedere certe cose in una struttura pubblica e un paziente in preda a dolori lancinanti debba attendere la buona volontà di un medico coscienzioso e attento che intervenga solo dopo 8 ore di attesa su una barella dentro una stanza insieme ad altri pazienti? Sono storie veramente assurde, incredibili, disarmanti”.
Sul caso é intervenuto anche il consigliere comunale di Genzano Rosario Neglia (Lega) che ha dichiarato: “eppure spesso chi gestisce queste strutture si vanta di servizi eccellenti resi al cittadino con proclami di chissà quali servizi sanitari. Quando la realtà dei fatti è ben diversa.
A Genzano non abbiamo più il nostro ospedale da alcuni anni, nonostante fossero stati spesi milioni di euro per rifare tutti i reparti e le sale operatorie. Per una emergenza di salute dobbiamo recarci ai Pronto Soccorso di Velletri o dell’Ospedale dei Castelli, quest’ultimo tra l’ altro riaperto da poco, per la pandemia era stato destinato solo a malati covid.
Sinonimo di incapacità gestionale totale, con scene da incubo, tra l’altro durante la pandemia di covid. Ora la Regione Lazio chiude anche la clinica Città di Aprilia, che era una valvola di sfogo importante, del territorio, poi accadono le tragedie e i poveri cittadini, ne pagano le conseguenze personalmente.
Si chiudono reparti importanti senza tener conto delle reali necessità del territorio, che invece ha bisogno di strutture valide, attrezzate con mezzi, personale e strumenti idonei, di prossimità, con personale preparato e soprattutto disponibile e messo in grado di lavorare serenamente, non in bolge infernali come accade da svariati anni, nei pronti soccorsi, anche prima della pandemia, questi fatti erano all’ordine del giorno.
Ora con il coronavirus le incapacità gestionali si sono scoperte maggiormente. Le file di ambulanze ferme per ore, giorni interi davanti ai Pronto soccorso, per riavere le loro barelle di pronto intervento sono scene disarmanti sempre attuali”.