Velletri, gravissima carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Il Si.P.Pe lancia l’allarme
Velletri – Riportiamo di seguito il comunicato stampa del sindacato polizia penitenziaria:
Nel pomeriggio del 19 Agosto 2021 tre detenuti ristretti nel Penitenziario, hanno messo in serie difficoltà la gestione del Penitenziario a causa del loro comportamento di autolesionismo messo in atto.
Un detenuto Rumeno si è impiccato legando con una corda rudimentale alle sbarre della propria cella. Grazie alla prontezza dell’Agente addetto al controllo e alle prestazioni del personale sanitario, il detenuto è stato salvato.
Poco dopo un detenuto Italiano si procurava delle ferite profonde sulle braccia con dei pezzi di ceramica ricavate dalla rottura del lavandino della propria cella.
Per concludere, un’altro detenuto Italiano è stato preso da un forte attacco di crisi epilettiche. Per fortuna le crisi sono rientrate grazie alla professionalità del personale sanitario.
Per la gestione dell’emergenza sopra citata è stato necessario l’ausilio dell’Ambulanza e della macchina medica.
A darne notizia è Il Segretario Generale del Si.P.Pe. Carmine Olanda ed il Dirigente Nazionale Ciro Borrelli, che da sempre denunciano la situazione drammatica in cui versano tutti i penitenziari, in particolare quello di Velletri.
Come Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) abbiamo scritto al Ministro della Giustizia Marta Cartabia e a tutti i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, denunciando la gravissima carenza di Personale di Polizia Penitenziaria, la cattiva gestione dei servizi, i carichi di lavoro e l’aumento degli eventi critici.
“Non possiamo più aspettare – commentano i sindacalisti – Il Corpo di Polizia Penitenziaria non può continuare a lavorare sotto organico e ad essere vittima dei detenuti che stanno scontando una pena per aver infranto la legge.“
La grave carenza di Personale – oggi più che mai – che sta affliggendo tutti gli Istituti Penitenziari, sta esasperando gli Agenti di Polizia Penitenziaria che ogni giorno con spirito di responsabilità e sacrificio, sono costretti a rinunciare anche al riposo dopo lo smontante notturno per garantire l’ordine, la sicurezza e la disciplina degli Istituti.
Il dato degli eventi critici e delle aggressioni nelle carceri è in continua crescita, ma a tutt’ oggi vediamo nessuno delle istituzioni che si allarma, come se fosse tutto regolare.
La gestione Sanitaria Psichiatrica nei Penitenziari da parte della ASL di appartenenza si è rilevata un fallimento.
Ci viene segnalato – in particolare – che la ASL RM6 di Albano Laziale che gestisce il servizio sanitario presso il Penitenziario di Velletri, non sta garantendo l’assistenza Psicologica sia per quanto riguarda i detenuti di primo ingresso che per i detenuti già ristretti.
I detenuti che manifestano problemi di natura psichiatrica, inoltre, non hanno la presenza continua della figura dello Psichiatra e del personale infermieristico preposto. Questa categoria di detenuti Psichiatrici, attualmente viene lasciata alla sola gestione della Polizia Penitenziaria con ordini di servizio di grande, grandissima e sorveglianza a vista, aggravando ulteriormente i carichi di lavoro al Personale.
Gli Agenti di Polizia Penitenziaria sono stanchi di aspettare, sono anziani, demoralizzati e soprattutto si sentono abbandonati a sé stessi.
Cosa altro dobbiamo aspettare o aspettarci per dare lustro e dignità alla divisa che ogni giorno gli Uomini e le Donne della Polizia Penitenziaria indossano? (sperando che non siano monumenti e mezzi busti dedicati ai “martiri” del servizio).
E’ giunto il momento che il Ministro ci dica come devono essere gestiti i Penitenziari e soprattutto se la Polizia Penitenziaria deve indossare un camice bianco a servizio dei detenuti, oppure una divisa a servizio del Paese.
“Basta! – concludono i Sindacalisti Olanda e Borrelli – le Autorità competenti non possono girarsi dall’altra parte facendo finta di non vedere e di non sentire. Se poi la Polizia Penitenziaria deve essere considerata un problema per il Dipartimento, che la transitassero nella Polizia di Stato ed il problema è risolto. Lo Stato deve garantire i diritti ai lavoratori prima che tutto diventa come una polveriera pronta ad esplodere.“