Velletri: La storia della processione dei ceri a cura della Fondazione Magni e Mirisola
Velletri – Sabato 6 Maggio, Velletri rinnoverà il suo patto d’amore e devozione, con la sua celeste protettrice la Madonna delle Grazie, attraverso la solenne processione, conosciuta come “la processione dei ceri”.
Si tratta di uno straordinario patrimonio di fede e pietà popolare, che giunge intatto dai secoli, ben quattro. Si trova traccia negli archivi, che la prima processione si svolse nel mese di Maggio del 1613 e certamente non era come noi oggi siamo abituati a viverla.
Alle origini, quando ancora la Madonna delle Grazie, non era stata proclamata principale protettrice della città di Velletri, si trattava di una processione come diremo oggi parrocchiale, infatti usciva della Cattedrale che non era ancora basilica e dopo aver girato alla badia della SS.ma Trinità (odierna Via della Stamperia) tornava indietro. La venerata icona veniva trasportata su una macchina a quattro spalle.
In quegli anni c’era anche l’uso delle processioni così dette “penitenziali”, che venivano indette per implorare dalla Madonna il sereno dell’aria e l’acqua per i raccolti. A seconda diciamo della “necessità” una volta usciti da San Clemente si volgeva verso mare o verso i monti.
Le cose iniziano a cambiare dopo il 26 Agosto del 1806, quando il Papa Pio VII (Chiaramonti) dopo aver elevato il 2 Marzo del 1804 la cattedrale di San Clemente al rango di prima basilica minore della Chiesa universale, con proprio rescritto del 3 Gennaio 1807, proclamò rispondendo alle suppliche della popolazione di Velletri la Madonna delle Grazie principale protettrice della città.
Il Cardinale Enrico Benedetto Clemente Duca di York, Vescovo di Ostia e Velletri, istituisce con proprio editto la Festa del Patrocinio di Nostra Signora delle Grazie, dopo lo scampato pericolo del terremoto del 26 Agosto 1806. Sarà il suo successore il Cardinale Antonelli a celebrare la prima, con una straordinaria processione, che arrivò fino all’edicola della Madonna del Buon Consiglio senza uscire da Porta Romana.
In quella occasione si usò per la prima volta l’attuale macchina processionale, che venne realizzata con le “limosine” raccolte dal nobile Nicola Cesaretti 17.000 scudi d’argento. Possiamo ipotizzare non avendo certezze storiche che uscì anche per la prima volta la basilica “’o mbrellone”.
Dopo i fatti legati al furto dell’icona e del tesoro da parte del brigante Cencio Vendetta, la processione prese ad uscire da Porta Romana e con l’uscita da Porta Napoletana alla partenza venne abolito l’uso delle
processioni penitenziali, quindi possiamo dire che l’attuale tragitto è la somma di tre processioni, l’antica
originaria processione parrocchiale e le altre due per implorare il sereno e l’acqua.
Lo snodare della processione è un rito che si ripete esattamente da 410 anni ed è fatto da piccole consuetudini e “attrezzi” che molto spesso il distratto partecipante o il distratto osservatore vedono passare ignorandone la storia e il significato.
Negli anni, per il mutare delle circostanze storiche, alcuni di questi sono spariti, a causa della “soppressione” o della fine per mancanza di “confratelli” delle 12 confraternite cittadine. Oggi sono restate
con il loro grande patrimonio di storia – fede e pietà popolare solo due sodalizi che continuano la loro
attività e la loro presenza in processione ininterrottamente, stiamo parlando dell’Arciconfraternita della
Carità Orazione e Morte e dell’Arciconfraternita di Maria SS.ma del Gonfalone.
Le altre hanno avuto una storia travagliata, dopo aver cessato la loro attività e la loro presenza in processione, a causa dei mutamenti istituzionali, legati all’annessione degli Stati della Chiesa al nascente
Regno d’Italia (20 Settembre 1870) sono state ricostituite dai Vescovi per rispondere alle richieste dei fedeli desiderosi di riprendere antiche devozioni e tradizioni, mi riferisco alla Confraternita di S. Antonio da Padova, e della Madonna del Rosario, o costituite “ex novo” come quella della Madonna del Carmine.
Esse prendono posto in processione, subito dopo la lunga teoria delle donne di nero vestite con i ceri, e
aprono la parte del clero, precedute dall’unica corporazione ancora attiva, parlo dell’Università dei Carrettieri e Mulattieri che partecipa con lo stendardo di S. Antonio Abate ( no quello in uso che tutti sanno è in venerazione privata presso l’abitazione dell’aggiudicatario dell’asta) dopo le confraternite ricostituite e costituite ex novo, arrivano i due sodalizi più antichi. Prima l’Arciconfraternita della Carità Orazione e Morte con il Cristo dei condannati. Lo stesso Crocefisso che vide l’esecuzione del brigante Cencio Vendetta, perché il sodalizio aveva il privilegio del conforto dei condannati.
Segue l’Arciconfraternita di Maria SS.ma del Gonfalone, con 675 anni di attività, essa è la più antica presente in processione, fondata per assistere gli ammalati, tanto che ha dato il primo ospedale cittadino e nel teatro della passione di Piazza Caduti sul Lavoro, curava le sacre rappresentazioni della passione di
Cristo.
Dopo l’arciconfraternita, arriva la basilica ( ‘o brellone” preceduta dalla campanella. Essa è il simbolo del Capitolo della Cattedrale e rappresenta la dignità di prima basilica minore della nostra San Clemente.
Dignità come abbiamo già detto concessa da Papa Pio VII il 2 Marzo 1804.
Ed ecco preceduta dal clero veliterno, i parroci in cotta in stola, i canonici in veste paonazza e dal Vescovo la Madonna delle Grazie, portata a spalla dai suoi portatori. Anche essi hanno la loro storia. Dopo l’inapplicabilità dell’editto del canonico Appio Colonnesi, che regolava il trasporto dell’immagine della
Madonna delle Grazie attraverso le “poste” delle Confraternite, a causa della scomparsa della quasi totalità di queste, si permise di portare la macchina della Madonna a chiunque ne avesse desiderio.
Però dovevano essere non più di 64 ovvero quattro cambi, in quanto la macchina era portata da 16 persone alla volta, se le richieste erano in soprannumero si procedeva ad un regolare sorteggio e chi restava fuori andava a portare l’icona del SS.mo Salvatore nelle processioni del 14 e 15 agosto.
Dopo il furto del tesoro della Madonna nel 1985, si avvertì la necessità di istituzionalizzare questo gruppo
spontaneo di persone, che in forma di comitato nel 1982 aveva coadiuvato il Capitolo nell’organizzazione
dei festeggiamenti del terzo centenario dell’incoronazione. Su uno statuto dettato da Mons. Giuseppe
Centra che voleva chiamarli “mariafori” nasce l’Associazione Portatori della Madonna delle Grazie, con
l’approvazione dell’allora vescovo di Velletri – Segni Mons. Martino Gomiero.
L’associazione è stata al fianco dei vari canonici parroci della cattedrale per la valorizzazione del culto della Madonna delle Grazie promuovendo con gli avanzi dei ricavi della festa civile numerosi interventi di
restauro.
Trasformata in Confraternita dal Vescovo Apicella su impulso dell’allora canonico parroco della Cattedrale
Mons. Roberto Mariani, continua a svolgere il suo prezioso compito. Chiude la lunga teoria di gente
l’amministrazione comunale.
Nella storia ci sono state alcune processioni straordinarie, ricordiamo quella del 23 settembre 1944, che
riportò la Madonna in cattedrale attraversando la città in macerie, dopo il ritorno dalla Chiesa del Gesù
dove era stata riparata dai bombardamenti, il 26 Agosto 1950 per la proclamazione a patrona della Diocesi, il 26 agosto 2006 per il bicentenario del patrocinio, 24 giugno 1994 fino alla zona 167 per la consacrazione della nuova Chiesa di San Giovanni Battista.
Nella sua lunga storia la Madonna è uscita anche da Velletri, nel 1948 per visitare i paesi della Diocesi che
all’epoca comprendeva ancora Latina e i borghi, nel 1988 e nel 2000 per andare nella vicina Lariano.