Velletri, l’ex magistrato e scrittore Carlo Luffarelli, scrive in merito alla mancanza di interesse per gli scritti poetici in un’epoca moderna di solo consumismo
Velletri – Velletri, l’ex giudice di pace e magistrato, avvocato Carlo Luffarelli, in una lettera affida ad Info, la sua riflessione sulla “POESIA CONTEMPORANEA” ormai quasi dimenticata, di cui lui stesso è stato profondo autore.
“Con il progresso la poesia sembra non suscitare più interesse, non avere valore, scrive Luffarelli, il magistrato ora in pensione, ma sempre attivo dal punto di vista culturale e letterario con i suoi scritti e molteplici libri. Ormai è considerata “fuori moda”: il panorama poetico italiano non è eccellente, sarà forse dovuto alla situazione pandemica?
La poesia, nei suoi limiti etici ed estetici, ha bisogno di comunicare con gli altri, di parlare alla gente, per questo deve uscire dalle accademie, dalle aristocrazie letterarie, dalle velleità mondane, per recuperare quella identità forte che da sempre costituisce l’esempio più dignitoso e più alto di qualsiasi altra forma espressiva dell’arte. A ben guardare l’umanità, pur nella diversità di pensiero e di realizzazioni, è accomunata da un medesimo destino, per cui le guerre e le incomprensioni non hanno senso. La poesia deve offrire spunti di riflessione e meditazione al cortese Lettore il quale potrà ritrovarvisi in tutto o in parte. Il poeta esterna sentimenti comuni a tutti gli uomini affinché il Lettore possa comprenderli, condividerli e trasmetterli per non disperderli. Il poeta, perciò, è la sveglia del mondo; se il poeta se ne va, come foglia secca, a chi rimane il compito di svegliare il mondo dal suo torpore, dalle sue abitudini dalle sue certezze? La poesia è vita, se muore la poesia il mondo è arido, è deserto perciò svegliamoci e cantiamo con la poesia”. Conclude Carlo Luffarelli
Last Updated on 9 Luglio 2022 by