Velletri, protesta della Cgil davanti al carcere. Chiedono personale e più sicurezza
A Velletri, un nutrito gruppo di agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di via Cisternense ha tenuto un sit-in di protesta davanti alla loro sede di lavoro.
Presenti anche il segretario generale della Cgil Funzione Pubblica, Fabrizio Samorè, (sezioni Roma sud, Pomezia, Castelli) e il delegato locale Pietro Coppola. Molti i colleghi venuti da altri penitenziari della Regione.
I punti richiesti all’Amministrazione Penitenziaria spaziano dall’aumento del personale, miglioramenti salariali e maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare, si richiede l’invio di nuovo personale, visto il perenne sott’organico di agenti; la diminuzione dei massacranti turni di lavoro in sezione; l’aumento del personale sanitario nei penitenziari; scatti di ruolo e di indennità adeguati ai tempi e rinnovamento delle categorie; avanzamento e formazione del personale – visti i tempi difficili e che sono cambiati notevolmente, da molti anni a questa parte -.
Inoltre, si chiede un maggiore adeguamento ai mezzi e al periodo odierno. Infatti, la Cgil richiede anche la messa in pratica di misure per evitare il sovraffollamento (a Velletri ci sono circa 500 detenuti, circa il 40% in più della capienza prevista); nonché l’incremento del personale per le traduzioni di scorta e il rinnovo dei mezzi.
“Non vogliamo che il carcere di Velletri diventi, come lo è da oltre un anno, un centro Covid di Roma e provincia dei detenuti, che vengono a fare la quarantena fiduciaria qui al momento dell’arresto in attesa di tutti i test ed esami vari per il coronavirus”, ha detto un amareggiato Fabrizio Samorè.
La Cgil FP Penitenziaria fa sapere in una nota che la Direzione Generale del carcere non è potuta uscire a dialogare perché, nel frattempo, era presente in visita il garante regionale dei detenuti. Quest’ultimo ha redatto una nota a favore del sindacato, chiedendo addirittura un’interrogazione parlamentare.
Prossimo appuntamento di protesta in via Arenula a Roma, di fronte al Ministero della Giustizia, il 10 giugno.