Roma, proteste delle vittime di incidenti stradali: risarcimenti inadeguati alle assicurazioni
Roma – “Solo chi ha subito un incidente stradale grave e chi gli sta vicino tutti i giorni può davvero comprendere la drammaticità di una vita che cambia a causa di una invalidità permanente con la quale si sarà costretti a convivere per sempre. Il denaro non ci farà tornare gli stessi di prima, questo lo sappiamo. Ma solo un adeguato risarcimento ci potrà dare la forza per sopportare le conseguenze fisiche, psichiatriche ed economiche della tragedia che stiamo vivendo. Da troppo tempo quel risarcimento ci è stato ingiustamente negato e per questo abbiamo deciso di sensibilizzare l’Autorità di Vigilanza sulle Assicurazioni, sicuri di trovare nei loro dirigenti il giusto sostegno“. Così hanno dichiarato, davanti alla sede dell’Ivass, in via del Quirinale, a Roma, alcuni danneggiati macrolesi seguiti e assistiti dalla Gerbi Group. Ciò che accomuna la storia di queste persone è quella di essere ancora in attesa di un congruo risarcimento a distanza di anni da un incidente stradale che ha stravolto per sempre la loro esistenza. Si tratta di situazioni che coinvolgono drammaticamente anche i loro familiari, che devono assisterli quotidianamente, rinunciando e modificando le proprie aspirazioni e progetti di vita.
Nel solo 2021, come riportano i dati della Polizia stradale, rispetto al 2020, sono aumentati gli incidenti stradali del 26,7% (64.162 del 2021 contro i 50.625 del 2020), gli incidenti mortali sono stati 1.238 e le vittime 1.313: rispetto l’anno precedente sono aumentati rispettivamente del 15,5% e del 14,1%. Gli incidenti con lesioni sono stati 26.022 e le persone ferite 37.268, con aumenti del 26,9% e del 25,7%. “Riteniamo giusto che Ivass, quale Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, prenda una posizione chiara ed immediata sui nostri singoli casi e si adoperi perché altre vittime di incidenti stradali come noi non debbano più subire simili umiliazioni da parte di nessuna compagnia assicurativa“. A dichiararlo è Michael Squicciarini che, il 19 maggio del 2020, a soli 33 anni, mentre era a bordo del suo scooter, veniva travolto da un’auto. Un incidente che non solo ha distrutto la vita di Michael, che ha riportato una invalidità permanente del 90%, (riconosciuta dal medico legale fiduciario della Compagnia) ma anche della sua famiglia. Per valutare la gravità del danno in questione basta solo pensare che l’amputazione di un arto inferiore (gamba) comporta una invalidità permanente intorno al 35% circa.
“La storia di Michael è solo una delle tante storie che mi vengono raccontate da chi mi chiede di intervenire in suo aiuto – dichiara il dottor Raffaele Gerbi, fondatore e titolare della Gerbi Group S.p.A., società specializzata in risarcimento dei danni da infortuni ed incidenti stradali – Si tratta di storie che meritano rispetto e chiedono risposte chiare e in tempi brevi da parte del mondo assicurativo. Questo, purtroppo, non capita sempre. Anzi. Nonostante i successi ottenuti dal nostro Studio con la collaborazione di primarie, illuminate ed attente compagnie assicurative, che negli anni è riuscito a far ottenere ai propri assistiti risarcimenti equi da parte delle Compagnie assicurative, nel nostro lavoro – prosegue Gerbi – subiamo spesso atteggiamenti dilatori e decisioni superficiali e sbagliate da parte di alcune assicurazioni, preoccupate più dei loro bilanci che dei sacrosanti diritti dei danneggiati. Cito Unipol, in particolare, che troppo spesso non è disposta a riconoscere la complessità dei danni che trattiamo e non vuol prendere in considerazione la necessità di assistere per tutta la vita I nostri macrolesi. E’ un tema etico ed è in gioco la dignità di esistenze già severamente compromesse, che non meritano di essere ulteriormente offese“. “Parliamo di persone che con la loro invalidità dovranno convivere per tutta la vita – conclude Gerbi – Se il giusto risarcimento economico non ridarà loro la qualità della vita precedente all’incidente, potrà almeno permettergli di affrontare con dignità il loro difficile futuro. Non chiediamo molto, se non il rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione e del nostro ordinamento giuridico in tema di diritto al risarcimento del danno alla salute, dignità, e tutela della persona. Per questo motivo chiediamo ad Ivass di darci delle risposte chiare ed esaustive in tempi brevi perché la dignità dei nostri assistiti non può attendere i tempi lunghi della burocrazia“.